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Il Corriere demolisce Zelensky: "Irrilevante". Lo zampino di Biden dietro lo schiaffo al presidente ucraino
La linea del quotidiano di via Solferino è sempre stata pro-Ucraina, ma gli ultimi sviluppi alla Casa Bianca potrebbero aver condizionato la linea editoriale...
E fin qui non ci sarebbe nulla di male. Ognuno ha le proprie idee e ancora le può fortunatamente esprimere. Ma il fatto strano è che il Corriere della Sera è da sempre stato schierato a favore di Zelensky e dell’Ucraina. Lo ha fatto senza se e senza ma, con la tellurica determinazione del suo direttore Luciano Fontana e con dietro naturalmente Urbano Cairo, proprietario anche de La7. Ma il Corriere della Sera rappresenta da sempre l’establishment, il potere, la borghesia, la classe dirigente che ha sempre fatto riferimento all’atlantismo, agli Usa e alla Nato.
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Il Corriere della Sera è – parafrasando Conrad - “L’occhio dell’Occidente”. E quindi, la domanda sorge spontanea, come mai ora prende in giro Zelensky chiamandolo “omino in maglione militare”, “figurina irrilevante”, “guitto”? Per trovare una risposta plausibile occorre fare qualche considerazione su Joe Biden, su Putin e sui Sarmat.
Joe Biden è in campagna elettorale e gli hanno impallinato il figlio scapestrato Hunter che tra l’altro aveva da prima della guerra anche affari rilevanti in Ucraina, nel settore dell’energia. Biden è preoccupato che il trattamento di favore – non è finito in carcere come doveva - finisca per nuocere alla sua immagine visto che il suo antagonista repubblicano Donald Trump lo accusa apertamente di aver aiutato il figlio. Se scoppia la vicenda ucraina di Hunter, per ora nota a soli pochi addetti ai lavori, causa censura atlantica sul tema, la candidatura democratica di Biden potrebbe saltare, visto anche i consensi bassi.