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La Stampa, denuncia dai russi: "Vogliono uccidere il presidente Putin"
Massimo Giannini e Sergey Razov

Italia-Russia, un'acredine iniziata nell'era Covid

Il direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, Alexei Paramonov, ha di recente minacciato l'Italia, nell’ambito del conflitto russo-ucraino, annunciando che ci potrebbero essere conseguenze per il nostro Paese se verranno introdotte sanzioni economiche contro la Russia. Ha, inoltre, puntato il dito contro il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, accusandolo di essere un “falco” antirusso e sottolineato che l’Italia ha “dimenticato gli aiuti ricevuti”. 

Ma sembra che l’attacco del funzionario russo abbia altre radici, come riportato dal “Corriere della Sera”, secondo cui nel marzo 2020 Vladimir Putin propose al presidente del consiglio dell’epoca, Giuseppe Conte, l’invio dalla Russia e per l’Italia di un contingente di circa 400 persone tra specialisti, medici ed infermieri per un’operazione di contrasto all’epidemia da coronavirus. E fu lo stesso ministro Guerini ad opporsi, chiedendo di “ridimensionare il numero di uomini e mezzi”.

Come scrive SkyTg24, in quel marzo di due anni fa, Guerini ed il ministro della Difesa russo, Sergej Shoygu ebbero un contatto. In Italia il numero di contagiati Covid stava aumentando ma il Paese era privo di strumentazioni quali mascherine o guanti. Gli ospedali stavano arrancando, specie in Lombardia e da diversi governi mondiali erano giunte offerte di aiuto. Shoygu, in base alle ricostruzioni, chiama Guerini per offrire materiale utile alla lotta contro la pandemia, tra cui lotti di mascherine, ed il ministro italiano propone l’invio di un aereo che possa recuperarle a Mosca.

Nel frattempo, Putin chiama Conte, che riferisce a poca distanza a Guerini che il premier russo vuole inviare centinaia di unità, tra militari e medici per affiancare il personale italiano nella lotta al coronavirus. Guerini ritiene però che la missione russa sia troppo ingente nei numeri e ne nasce una trattativa serrata. Alla fine, i due Paesi stabiliscono l’arrivo di cento persone in tutto.

Poi la sorpresa. All’aeroporto militare di Pratica di Mare, vicino Roma, atterrano 17 aerei ed un numero non sufficiente di materiale, sorprendendo le autorità italiane. I russi, tra l’altro, chiedono la possibilità di poter sanificare e bonificare diversi enti pubblici, con l’Italia che permette l’accesso solo ad ospedali ed Rsa. L’intervento prevedeva l’acquisizione di dati e informazioni “sensibili” che il governo italiano, adesso, teme la Russia possa utilizzare contro il nostro Paese.

 

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