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Lilli la rossa e il vizio boldriniano di storpiare le parole

Di Giuseppe Vatinno

La supercazzola della parità linguistica

Lilli Gruber e la parità linguistica 

Dietlinde Gruber, detta “Lilli”, è una donna di sinistra dal nome nibelungo e dei tedeschi ha preso sicuramente la determinazione. Figlia di Alfred, nasce a Bolzano in una famiglia di lingua tedesca dell’Alto Adige. Il padre è un imprenditore di macchine per l’edilizia.

Si diploma dalle suore Marcelline. Poi, come molti tedeschi, viene proiettata a Venezia, vera città mitteleuropea, dove si laurea in lingue. Dopo aver scritto su L’Adige entra in Rai occupandosi del Tg regionale in lingua germanica.

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Nel 1986 Antonio Ghirelli, che fu anche direttore de l’Avanti! la vuole al Tg2 serale e Lilli comincia a farsi notare. Capelli rosso fuoco, assume pose anomale ed aggressive per un mezzobusto e cioè di tre quarti profilata. Nel 1990 è al Tg1.

Nel 2004 è candidata per l’Ulivo dopo aver fatto una campagna contro Berlusconi. Eletta, si iscrive al gruppo del Partito Socialista Europeo. Dal 2008 conduce “Otto e mezzo” su LA7. Dal 2012 non si perde una sola edizione delle riunioni del molto chiacchierato Gruppo Bilderberg.

Si tratta di una riunione di circa 130 partecipanti che rappresentano i mondi della politica, delle banche e dell’economia. Insomma l’élite mondiale del Potere, con la “P” maiuscola. Una sorta di ONU privata in cui si cerca di influenzare l’andazzo del mondo. I temi trattati riguardano l’intera umanità.