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Merlino, dalla tenda in studio alle spazzole contro le parrucchiere. Ritratto

Di Giuseppe Vatinno

La fenomenologia (comparata) di Myrta Merlino, tra la tenda in studio e le spazzole contro le parrucchiere. Il ritratto della conduttrice

Ma torniamo al presente. Myrta ha un carattere volitivo e le sue sfuriate sono proverbiali. Lo scorso 30 novembre Il Fatto Quotidiano riportava il contenuto di una nota sindacale che penzolava nella bacheca dell’emittente. Si trattava di una nota redatta dalla RSU, così riporta anche l’Agenzia Dire, in cui si rende noto che la conduttrice: “adotta frequentemente nei confronti dei colleghi e del personale in appalto comportamenti incivili e maleducati; influenza la possibilità di prolungare contratti di personale specializzato che lavora professionalmente nella nostra azienda e condiziona le turnazioni del personale interno con motivazioni che non possono essere considerate né di tipo professionale né di tipo etico”.

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Contemporaneamente però, alcuni collaboratori, hanno pure raccontato attraverso Fanpage e Dagospia che la Merlino “lancia le spazzole in faccia alle parrucchiere”, che “c’è chi deve occuparsi del suo abbigliamento, dalle scarpe alla biancheria intima” e “insulta giornalisti e produttori in maniera pesante”. Sempre l’Agenzia Dire riporta che i collaboratori pagati dall’emittente devono “prenotarle la ceretta o portarle i vestiti in tintoria”.

Libero, tramite Dagospia, ci mette a conoscenza addirittura scene ancor più gustose. Le malefatte riguarderebbero le richieste che le venga spalmata la crema sui piedi prima delle puntate e che ci sarebbero spesso delle “urlate fragorose” nei confronti dei tecnici. Vox populi vox dei? Non lo sappiamo perché le voci, come direbbe il napoletanissimo Eduardo, provengono “di dentro”, però una zarina è pur sempre una zarina e il diritto ad avere le estremità profumate e ben umettate non le si può certo negare, anche se la sua tesi di laurea riguardava proprio i diritti dei lavoratori.