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Mondadori-Rcs Libri, Franceschini: "Rischi per il mercato"
Il governo interviene sull'operazione Mondadori-Rcs Libri che ha creato un gigante dell'editoria che controlla circa il 50% del mercato dei libri. "Ho già detto come la penso sui rischi di questa operazione sul delicato mercato dei libri. Ma ho anche ripetuto dal primo minuto che il governo non può e non deve intervenire. Sarà semmai l'Autorità Antitrust, secondo la legge, a valutare come sempre, e nella sua totale indipendenza, l'operazione acquisto Rcs", spiega all'Ansa il ministro della Cultura Dario Franceschini.
Nei mesi scorsi il ministro si era detto "molto preoccupato" per l'operazione. In un tweet postato il 19 febbraio aveva sottolineato: "E' troppo rischioso che una sola azienda controlli metà del mercato". "Sono molto preoccupato delle notizie che anticipano un possibile acquisto di Rcs Libri da parte di Mondadori", aveva poi spiegato quello stesso giorno ai cronisti, aggiungendo: "Ci sono organi e Autorità che valuteranno in base alle norme tutti i profili dell'operazione. Ma non c'è settore più delicato e sensibile per la libertà di pensiero e di creazione del mercato dei libri".
Il giorno che segue l'annuncio dell'operazione è dunque carico di reazioni. A cominciare dai piani alti della casa di Segrate, dai quali il presidente Marina Berlusconi esulta: "E' un'operazione di cui siamo particolarmente orgogliosi. Un rilevante investimento, da parte di una grande azienda italiana, in un settore nobile e speciale come quello del libro. La Mondadori, di cui la mia famiglia è l'editore da ormai 25 anni, torna a crescere e compie un passo cruciale verso una sempre maggiore solidità".
Le fanno eco le parole dell'amministratore delegato, Ernesto Mauri: "Questa operazione è frutto di una scelta convinta, importante e strategica, cui siamo giunti dopo aver condotto dal 2013 un profondo piano di risanamento e successivo rilancio del gruppo". Dal versante Rcs, il presidente Paolo Mieli usa una metafora ciclistica: "Rizzoli e Mondadori come Coppi e Bartali, è normale che la fusione faccia clamore. In futuro nasceranno gruppi editoriali sempre più grandi. Non dobbiamo preoccuparci né opporci. La competizione europea e mondiale si gioca tra colossi dell'editoria, cui si affiancano magari casi editrici più piccole. E' ridicolo descrivere questa operazione come una manovra autoritaria", intervenendo su Rai 3.
Le preoccupazioni emergono pure dal fronte sindacale: il segretario della Slc-Cgil, Massimo Cestaro, sostiene che "il gruppo Rcs perde un fattore di qualità della sua missione riducendo il proprio perimetro e che, contestualmente, Mondadori assume una centralità che rasenta l'esclusività nel campo editoriale: una concentrazione che non può non essere attentamente valutata dall'Antitrust. Inoltre, questa concentrazione rischia di compromettere il ruolo delle piccole case editrici che nel sistema commerciale che si determinerà finiscono per essere espulse dal mercato con un evidente danno del pluralismo nel settore librario a scapito soprattutto degli scrittori più giovani". Il Codacons ha già annunciato un esposto all'Antitrust, per "tutelare non solo i piccoli editori ma anche e soprattutto i consumatori".