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Nuovo palinsesto Rai, siano i giornalisti a condurre i talk show

Di Ernesto Vergani

Il controllo dei media e il consenso verso il governo sono elementi intangibili cui si dà poca importanza nel dibattito che sta traghettando al referendum confermativo di ottobre sulla riforma costituzionale. Che, combinata con quella elettorale (Italicum), determinerebbe uno sbilanciamento dei poteri a vantaggio dell’esecutivo e del partito di maggioranza, entrambi oggi guidati da Matteo Renzi.

Sorprendono e fanno preoccupare le anticipazioni sul nuovo palinsesto Rai, che sarà presentato il 26 giugno. Secondo il sistema voluto dal direttore generale Antonio Campo dall’Orto e in particolare dai direttori di rete di Rai2 (Ilaria Dallatana) e di Rai3 (Daria Bignardi), dopo il già cancellato “Virus” con Nicola Porro, scomparirebbe anche “Ballarò” con Massimo Giannini. Quest’ultimo potrebbe essere sostituito da un nuovo programma condotto da Pif.

L’idea sarebbe eliminare i talk show urlati a vantaggio di quel genere mediano cosiddetto “infotainment”. La regola di fondo dovrebbe essere che a gestire i momenti di informazione siano professionisti dell’informazione, ossia giornalisti,   e non personaggi dello spettacolo.

La colpa di tale equivoco è anche di giornalisti conduttori di talk show esplicitamente giornalistici che non tengono distinti informazione e spettacolo facendo venir meno la fiducia nei confronti della stampa. Nel torbido, nella confusione tra verità e barzelletta, informazione e critica vengono meno e il controllo delle coscienze più facile.

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