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Rai, Gasparri ad Affari: De Santis capro espiatorio, ascolti Tg1 vero problema

Gasparri ad Affari:” In Rai la De Santis e’ un capro espiatorio.Il Tg1 sotto il 20 per cento è’ il vero problema”

Rai, di tutto di più: siamo alle solite. Cambiano i governi, cambiano le stagioni  politiche e i potenti di turno, ma il metodo è sempre lo stesso nella più grande azienda di informazione, intrattenimento e cultura italiana: decidono i partiti in quel momento al potere, col solito metodo della lottizzazione. Di questi tempi, tempi di volatilità e ribaltoni, la sede storica del vertice manageriale, in via Mazzini e le appendici operative e produttive di Saxa Rubra e via Teulada sono attraversate da spifferi e rumors quotidiani e flagellate da cambi di casacche, approdi inediti e alleanze innaturali, pesanti manovre di potere.

Adesso le attenzioni - e le brame - si concentrano su Raiuno e in particolare sulla poltrona pregiata della direttrice Teresa De Santis. Viene dalla scuola del Manifesto, di cui è stata per anni giornalista, ma è su quella poltrona da un anno e mezzo in quota leghista. E siccome la Lega non conta più essendo uscita dall’area del governo con la crisi dell’alleanza Di Maio Salvini sostituita dall’alleanza Di Maio Zingaretti, sull’altare dei nuovi equilibri giallorossi si vorrebbe assestare un calcio nelle terga alla direttora, con la scusa di ascolti poco brillanti e qualche immissione di parte, come la neo sovranista Lorella Cuccarini, ripescata come conduttrice del pomeriggio con risultati scadenti.

Ma non tutti sono d’accordo. "La De Santis è il capro espiatorio designato all’interno di un servizio pubblico dove si annuncia periodicamente la liberazione dalla morsa dei partiti ma poi in realtà si decide sempre in base a manovre e intrighi di partito”, sbotta Maurizio Gasparri, esponente molto ascoltato di Forza Italia in materia di tv, telecomunicazioni ed editoria. Secondo Gasparri sono ben altri i problemi da affrontare: ”1) Si vuole introdurre un nuovo modello organizzativo voluto dall’ad Salini con nove nuove direzioni che svuoteranno  il ruolo delle reti (e quindi dei direttori). Peccato che lo si voglia fare senza passare dal doveroso confronto in commissione parlamentare di vigilanza, dove finora abbiamo avuto solo l’audizione del ministro Patuanelli, peraltro scarna e deludente.

2) Si mette sotto accusa la direzione di rete e nulla si fa nei confronti del vero problema, ossia del crollo del Tg1, sceso sotto il 20 per cento. E nulla si sa dell’esito dell’audit rispetto allo scontro tra il direttore Carbone che pare abbia fisicamente aggredito  il suo vice Polimeni. Come si è risolto? E può il più importante tg andare avanti così con danni e conseguenze che ricadono anche sulla Rete? Il fatto è grave, di quali guarentigie gode Carboni?

3) Si prendono decisioni che danneggiano la rete e scavalcano la direzione, come nel caso del ruolo di questa Fialdini, che ho controllato personalmente, non risulta neanche pubblicista. Eppure fa la conduttrice e conduce interviste senza contraddittorio, come quella con la Raggi, peraltro con pessimi risultati di audience. Oppure, su decisione dell’amministratore delegato, si manda allo sbaraglio il premier Conte in prima serata sulla crisi Turchia-Siria, in uno speciale gestito non dalla Rete ma dal Tg1 che sprofonda al 7 per cento rovinando la media di rete. Che c’entra la De Santis con tutto ciò. Perché vogliono usarla come capro espiatorio? Ci sarà qualche programma da mettere meglio a fuoco, certo, ma come negare gli innegabili successi di audience della Rete".

La conclusione di Gasparri è pesante: ”Soliti giochi perversi della politica e mani pesanti giallorosse sul servizio pubblico. E’ ora  di finirla, lasciamo lavorare i professionisti”.