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Rai, i retroscena di Affari. Teresa De Santis salva? Il Piano B dell'Ad Salini

Marco Zonetti

Il repulisti a Viale Mazzini potrebbe essere molto meno sanguinario di quanto previsto. E intanto arriva un'infornata di nuove nomine e poltrone

Quiete prima della tempesta. Questa è l'aria che si respira in Rai in attesa del "mezzogiorno di fuoco" del CdA previsto per il 17 ottobre prossimo venturo, nel quale l'Amministratore Delegato Fabrizio Salini arriverà rafforzato dal sì incassato dal MISE al suo piano industriale, giunto come una manna dal cielo grazie all'intervento "divino" del Ministro grillino Patuanelli, che ha di fatto blindato l'Ad in quota pentastellata. 

C'è fermento soprattutto fra i direttori di rete, con Teresa De Santis vertice di Rai1 data a rischio, Carlo Freccero prossimo alla dipartita e Stefano Coletta in pole position per sostituire la direttorissima dell'Ammiraglia. Ma l'avallo del MISE al piano di Salini potrebbe avere conseguenze totalmente diverse da quelle attese e previste fino a qualche giorno fa.

Come sappiamo, la nuova struttura pensata da Salini prevede l'inserimento di nove direzioni orizzontali: intrattenimento prime time; intrattenimento daytime; contenuti culturali ed educational; approfondimento; fiction; cinema/serie tv; documentari; kids; nuovi format & digital. Cariche che, di fatto esautorerebbero i direttori di rete i quali, in pratica, resterebbero meri coordinatori del palinsesto ma senza la facoltà di disporre di un budget né per esempio di scegliere i conduttori dei programmi (prerogative che sarebbero invece appannaggio del direttore orizzontale di riferimento) e quindi - di fatto - sprovviste di qualsivoglia voce in capitolo e fuori dai giochi che contano. Quelli politici, principalmente.

Ovviamente per realizzare il tutto, ci vorrà un certo lasso di tempo, almeno fin dopo il Festival di Sanremo - vero spartiacque storico della stagione televisiva del Servizio Pubblico. Del resto pensare di far partire una organizzazione così elefantiaca in breve tempo è un'autentica utopia, perché si tratta di smembrare le varie reti del loro personale (almeno trecento persone) per poi affidarlo ai nuovi responsabili. Ciò significa che per il momento i direttori - a parte Freccero - potrebbero restare ben saldi ai loro posti, in primis la De Santis, mentre gli altri nomi lanciati (da noi di Affari per primi) per le direzioni di rete (Ludovico Di Meo, Maria Pia Ammirati, Silvia Calandrelli, Antonio Di Bella, Franco Di Mare, Milo Infante, e così via) andrebbero eventualmente a spartirsi il malloppo delle cariche orizzontali. In questo modo, il prudente Salini - non esattamente un Terminator come aveva dato a intendere agli albori della sua nomina né un indomito caterpillar pronto a passare sul cadavere di chicchessia, bensì più propenso ad adottare un atteggiamento ecumenico (leggi democristiano) - finirebbe per mantenere Marcello Foa sulla poltrona di Presidente Rai e non allontanerebbe Teresa De Santis da Rai1, tenendosi buona la Lega, gettando ossi prelibati più o meno a tutti gli altri partiti, spartendo equamente le nove rilevanti cariche orizzontali, cercando di accontentare tutti e zittendo eventuali obiezioni sul mancato repulisti. 

La Rivoluzione D'Ottobre in Rai potrebbe essere dunque molto meno "sanguinaria" di quanto vaticinato, partendo anche dal presupposto che - seppur simbolica e deprivata di ogni autorità - una poltrona (profumatamente pagata) è sempre una poltrona. Sarà questo il Fato della Rai, oppure Fabrizio Salini saprà assumersi la responsabilità di decisioni drastiche immediate, consapevole che, visti gli ascolti a picco, i conti sono in profondo rosso e in azienda si teme che non vi siano più i fondi per sovvenzionare gli stipendi? Affaritaliani vi terrà come sempre informati.