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Renzi va all'assalto di Rai1: Orfeo e Ammirati in pole per la direzione
Matteo Renzi

Mentre a Palazzo Chigi si consuma "l'assalto all'Ok Corral" delle ambite poltrone di sottosegretari e viceministri, mentre i tre partiti di Governo (M5s, Pd e Leu) gareggiano per spartirsi il potere conquistato con un colpo di scena che neanche nelle tragedie del Bardo, con il suicidio di Ofelia (Salvini) in uno scenario che sembra partorito dalla mente subdola di un Fool shakespeariano, ecco che prosegue ancor più agguerrito un altro assalto, quello di Matteo Renzi - azionista di maggioranza dell'Esecutivo giallo-rosso - alla Rai.

Come per primi abbiamo rivelato, la fenice fiorentina risorta dalle ceneri - nelle quali, in realtà, non era realmente mai arsa  - brama a tutti i costi di rimettere le mani sull'Ammiraglia del Servizio Pubblico, e parallelamente alle manovre a Chigi, nelle stanze del potere renziane si trama per impadronirsi dell'influente direzione di Rai1, ora in mano a Teresa De Santis, in quota Carroccio ma con un passato a Sinistra e poi nelle file grilline. 

Facendo leva sugli ascolti non entusiasmanti (eufemismo) del daytime estivo di Rai1, che sta vacillando fortemente anche nella prima settimana della nuova stagione televisiva, il papabile nuovo sottosegretario del Mise con delega alle comunicazioni Antonello Giacomelli (che aveva già ricoperto questa carica nei governi Renzi e Gentiloni) e il senatore collega di partito Salvatore Margiotta, esponente di spicco della Vigilanza Rai, starebbero - secondo indiscrezioni di fonti autorevoli giunte all'orecchio di affaritaliani - vagliando assieme a Renzi i nomi ai quali assegnare l'incarico di direttore della Prima Rete, per eliminare il più possibile da quest'ultima ogni traccia dell'odiatissima presenza leghista.

La Trimurti Giacomelli-Margiotta-Renzi avrebbe quindi circoscritto le opzioni su due nomi fortissimi: l'ex amministratore delegato Rai Mario Orfeo, ora a capo di RaiWay, e la potente direttrice di Rai Teche Maria Pia Ammirati, apprezzata giornalista e scrittrice molto vicina al solito Vincenzo Spadafora, ora Ministro grillino dello Sport, che già l'aveva ampiamente caldeggiata l'anno scorso per un incarico di rilievo nella "Rai del Cambiamento".

Il suddetto cambiamento, tuttavia, ha subìto una svolta surreale degna di un film di David Lynch e lo stesso Spadafora, uno dei principali fautori dell'alleanza Pd-M5s, parrebbe oggi finito in disgrazia presso il suo protegé Luigi Di Maio, del quale è stato mentore per diversi anni. Secondo voci insistenti, le affinità elettive tra Vincenzino e Giggino si sarebbero bruscamente esaurite, facendo perdere vertiginosamente quota al primo (costretto a rinunciare alla carica di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio) sia a Palazzo Chigi sia a Viale Mazzini, in questo caso a favore del grillino dell'ultima ora Emilio Carelli, che dovrebbe sostituirlo quale responsabile Rai per il M5s (e che, malgrado i molti punti in comune con Spadafora, di televisione è senz'altro più esperto). 

La (presunta) eclissi dell'influenza di Spadafora potrebbe dunque compromettere le possibilità di Maria Pia Ammirati a vantaggio di Mario Orfeo (che, in fondo, non è mai stato realmente silurato dalla gestione giallo-verde, tanto che il direttore del Tg1 Giuseppe Carboni è più una sua diretta emanazione che non una scelta pentastellata)? Probabile. Ma una cosa è certa: con il ritorno in auge di Renzi, che di televisione (e soprattutto di potere politico esercitato e veicolato dalla televisione) ci capisce senz'altro di più degli improvvisati grillini e leghisti (che hanno commesso una pletora di errori autolesionisti che sviscereremo a breve), la Rai si appresta a subire un rivolgimento radicale rispetto ai mesi scorsi, e la direzione della prima Rete rappresenta il frutto più dorato e prezioso del Giardino delle Esperidi di Viale Mazzini. E, forte anche della vicinanza con l'Ad Fabrizio Salini (ex presidente dell'ultrarenziana Stand By Me), Matteo non si fermerà di fronte a nulla pur di coglierlo.

 

 

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