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Report, Vespa jr e i pizzini in carcere per Cuffaro: "Li faccio entrare io"
L'intercettazione che coinvolge il figlio del conduttore di Porta a Porta e la moglie del politico condannato per mafia. Federico Vespa: "Invenzione assoluta"
Report, spunta l'accordo tra il figlio di Vespa e la moglie di Cuffaro
Spunta un'intercettazione telefonica relativa ad un presunto contatto tra il figlio di Bruno Vespa, Federico e la moglie di Totò Cuffaro che farebbe parte di un'inchiesta della Procura e che la trasmissione Report di Rai Tre è pronta a trasmettere questa sera. "Quando esce dal colloquio lei mi chiama, - riporta il Fatto Quotidiano - ci vediamo e le faccio entrare io in qualche modo, le metto in quaderno, un modo lo trovo, e gliele consegno io...". A parlare, in questa intercettazione svelata da Report è Federico Vespa, figlio di Bruno e direttore del giornale carcerario Dietro il cancello, realizzato nel carcere di Rebibbia dal Gruppo Idee. La sua interlocutrice è Giacoma Chiarelli, moglie di Totò Cuffaro, che secondo Report – sulla base di un'inchiesta della Procura di Roma, finita archiviata – avrebbe difficoltà a far entrare alcuni fogli in carcere destinati al marito: "Sono parecchi...". È in questo contesto che Vespa junior si offrirebbe di aiutarla: "Le metto dentro... un modo si trova sempre. Io ho l’articolo 17, quindi non mi fanno molte storie se entro con un quaderno".
L'intercettazione - prosegue il Fatto - risale a quando Cuffaro stava scontando a Rebibbia una condanna a cinque anni per favoreggiamento alla mafia. L’ex presidente della Regione Sicilia era redattore della rivista diretta da Vespa, che al giornalista Giorgio Mottola nega la circostanza: "Non sono nemmeno indagato, non ho mai portato nessun pizzino, è una invenzione assoluta". Secondo l’indagine della procura di Roma, poi finita in proscioglimenti e prescrizioni, in occasione di una partita di calcio promossa dal Gruppo Idee (che non è mai stata indagata), Cuffaro avrebbe fatto invitare dall’associazione alcuni suoi stretti collaboratori, così "potremo parlare". Circostanza che Cuffaro oggi smentisce.