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Rete unica, Vatalaro a Formiche : "Perché è l'ora di una società unica"

Il prof. Francesco Vatalaro a Formiche.net: "L'ora di una società unica per la rete". 

Una rete unica per telecomunicazioni. È il "sogno" rincorso da tempo dall’Italia, Paese in cui il dibattito sull'istituzione di una società unica che gestisca la rete per la banda ultralarga in fibra si fa sempre più insistente, soprattutto in un momento di emergenza come quello attuale.

Come spiegato in un articolo di Formiche.netTim, ex monopolista e tra i principali sponsor di tale operazione, giorni fa ha "incassato il sostegno del mercato e degli analisti che vedono di buon occhio la volontà del CEO Luigi Gubitosi di spingere forte sulla creazione di una società per la rete unica, al fine di dotare il Paese di un unico grande investitore nella rete".

La scorsa settimana, i piccoli azionisti di Tim, riunitisi in Asati (Associazione Azionisti Telecom Italia), in una lettera aperta al Governo hanno sottolineato che la situazione in cui l'Italia versa attualmente a causa della pandemia di Coronavirus "richiede l’urgente adozione di misure e iniziative atte a potenziare le infrastrutture di rete, migliorandone la disponibilità, la capacità e la qualità. E un efficiente potenziamento della rete non può prescindere dalla creazione di una rete unica”.

"L’integrazione auspicata dai piccoli soci - spiega la testata -,  è appunto quella tra la rete in fibra di Tim e quella di Open Fiber. Basti pensare che al momento solo il 23% del nostro Paese è raggiunto dalla rete in fibra, un bene necessario come non mai nell’ultimo mese, magari a chi sta barricato in casa per lavorare e studiare malgrado la pandemia".

Rete unica, il pensiero del prof. Francesco Vatalaro

“Della rete unica si parla da anni, almeno dieci. Chiaramente in tutti questi anni gli scenari sono cambiati", sostiene Francesco Vatalaro, docente di Telecomunicazioni presso la Facoltà di Ingegneria di Tor Vergata, nell'articolo di Formiche.net. "Questa grave crisi che stiamo subendo in questi giorni ovviamente potrebbe ancora una volta cambiare le carte in tavola. In Italia puntiamo a realizzare delle soluzioni di concorrenza, questo è scritto anche nelle direttive comunitarie. Tuttavia, dobbiamo renderci conto che l’attuale situazione di emergenza impone un ripensamento della concorrenza. Il che ci deve spingere nella direzione di una società unica”.

Secondo Vatalaro, “la questione oggi è capire che c’è un problema di efficienza, nella gestione delle telecomunicazioni italiane. Questo problema è sorto nel momento in cui si è creata la concorrenza tra nuovi e vecchi soggetti. In un momento come questo, in cui al Paese serve efficienza e l’economia deve ripartire, occorre riflettere su come e dove si investe nelle telecomunicazioni. Di qui è evidente come una razionalizzazione, nella rete, vada perseguita”. 

“La concorrenza è di per sé sempre preferibile, certo, però oggi c’è questo problema: le tecnologie in fibra per il fisso e in 5G per il mobile sono tecnologie che hanno problemi di sostenibilità, nel senso che è difficile avere il rientro economico per gli operatori tlc che vi investono", spiega l'economista e docente. "Questo non accadeva per le tecnologie più vecchie. E dunque, se si vuole portare avanti questa tecnologia garantendosi al contempo dei ritorni, occorre lavorare sull’efficienza e l’efficienza chiama direttamente in causa una società unica per la rete”.

“In altre parole, una società unica, nelle aree più popolose garantirebbe quell’efficienza che manca. Anche perché che la fibra in Italia cresca lentamente è noto, molta gente non passa alla fibra perché gli applicativi, come Netflix o tecnologie per le videoconferenze, funzionano ancora tutto sommato bene con la rete in rame, ma in futuro non sarà più così, servirà per forza di cose la fibra”.

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