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Travaglio e Sallusti si beccano per la gioia dei lettori

Giuseppe Vatinno

Travaglio e Sallusti "parlano" di B.

Marco Travaglio, si sa, ce l’ha con Silvio Berlusconi e non dovrebbe poi avercela tanto perché proprio grazie all’ex cavaliere è diventato quello che è. Toglietegli B. (come lui lo chiama) e Travaglio si sfloppa del 70%. Non del 100%, però. E questo perché aveva trovato un “nemico di scorta”, diciamo così, in Matteo Renzi che gli forniva l’altro 30% mancante a buon mercato, visto il materiale che l’uomo di Rignano gli procurava con una lodevole (dal punto di vista di T.) continuità, con focus su Lady Etruria, naturalmente e l’annesso e connesso di banche e “gomblotto” finanziario mondiale.

Però ora che B. è tornato in auge ecco che T. si è ringalluzzito con l’antico fornitore di materiale giornalistico su cui scrivere vagonate di parole.

T. appare più disteso, financo gioioso, e le faccette Tv sono più partecipate, più piene, più consapevoli, potremmo dire.

Che il primo amore non si scorda mai.

E T. non va per il sottile chiamando B. “Pregiudicato” termine, se ho ben inteso le norme giuridiche, che non è utilizzabile perché, come noto in Italia non si può dare del ladro al ladro per proteggerne la "rispettabilità " e se una signora fa il mestiere la cosa non si può ricordare, anche se è vera.

Ora forse B. non si inquieta più di tanto con T. perché è più facile utilizzare S. (Sallusti, direttore de Il Giornale) per fare il mazzo (giornalistico, si intende) a T. ricordandogli che lui è un “Diffamatore” con sentenza passata in giudicato e anche il suo capo genovese non se la passa bene da quel punto di vista.

Al che T. il giorno dopo riattacca S. da Il Fatto e il siparietto continua. Per la gioia nostra e vostra, cari lettori.