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Zerocalcare, la nuova serie su Netflix: “Questo mondo non mi renderà cattivo"

Di Giuseppe Vatinno

Il fumettista italiano torna a parlare della periferia di Roma con la satira sociale e politica che lo contraddistingue

E lì che, tra quelle antiche e misteriose mura, spesso illuminate dal lume di candele, avviene il rito della sua iniziazione culturale e tecnica. Incomincia firmare locandine per eventi e si occupa per il centro sociale di tutta l’attività documentativa. Si fa conoscere. Nel 2003 lavora per Liberazione, quotidiano di Rifondazione Comunista voluto da Fausto Bertinotti ed inizialmente diretto da Alessandro Curzi. Il successo avviene nel 2011 quando pubblica il suo primo albo di fumetti, “La profezia dell’armadillo”, prodotto dal fumettista Makkox, al secolo Marco Dambrosio, attualmente autore di Propaganda Live su La 7 con Diego Bianchi, in arte “Zoro”.

L’“Armadillo” è un personaggio simbolo delle sue strisce e rappresenta una proiezione della sua personalità, come lui stesso spiegato. Nel 2013 pubblica “Ogni maledetto lunedì su due” con la celebre immagine di Zerocalcare su una zattera insieme all’inseparabile armadillo suo compagno di avventure. Del 2014 è una graphic novel, “Dimentica il mio nome”, che si classifica al secondo posto del Premio Strega giovani. Altri lavori sono stati: “La scuola di pizze in faccia del professor Calcare” (2019), “Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia” (2021). Ha anche disegnato quattro copertine del settimanale l’Espresso.

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