MediaTech

Zoro Diego Bianchi non molla e la noia aumenta

Giuseppe Vatinno

Propaganda Live scontato e ripetitivo.

Anche ieri sera Diego Bianchi in arte Zoro ha riversato la sua dose di acidità tardo populista dalla trasmissione di La7 Propaganda Live.

La sua visione del mondo o altri dotti direbbe Weltanschauung è molto semplice: a sinistra ci sono i buoni, quelli che difendono (a chiacchiere) i poveri e gli afflitti del mondo, i diseredati mentre a destra ci sono i cattivi, i ricchi, gli insensibili, gli opportunisti.

E poiché le cose non stanno naturalmente così, qualche inconveniente si genera sempre e il povero Zoro che gira con un altro massiccio signore barbuto in motoretta (ma come fanno?) per le strade di Roma si trova spesso in contraddizione con sé stesso. Ed ecco che la complessa e sofferta settimana istituzionale che ha visto il professor Conte segato via in una calda domenica di fine maggio ripresentarsi magicamente vincente, dopo l’ironia di qualche giornalone che pensava fosse finito, diventa materiale di farsa ridanciana -e che poco ha a che fare con la satira- per il guitto blogger che dà addosso alla destra sorretto dalla consolazione di un pingue ingaggio da parte del munifico patron televisivo.

E quindi l’attonito telespettatore si deve sorbire orribili magliette stile anni ’70 con i pupazzetti disegnati a colori su sfondo nero. Ma torniamo al Savonarola de ‘noantri.

Tutti i suoi errori a ripetizione che consistono nel non azzeccare mai, ma proprio mai, le conferenze stampa sono trasfigurate in farsa mentre si tratta solo di scarso fiuto giornalistico che in altri tempi avrebbe fatto scattare il licenziamento automatico.

Ma lui no. Nun ce pija, come si dice a Roma e intigna pure a raccontarlo pensando di essere autoironico, ma la figura che fa è ovviamente un’altra.

Eppure Zoro si è laureato in scienze politiche con Domenico Fisichella con una tesi proprio sulla Lega Nord. Forse è andato male e da allora ce l’ha con Salvini eppure con la Meloni. Chissà...

Ed in studio il direttore de L’Espresso Marco Damilano che ride in continuazione per non sembrare fuori sincrono con Zoro, ma non si capisce bene perché.