Medicina

Alzheimer, da bambini studiare fa bene al cervello

di Paola Serristori

Quando è il momento di cambiare abitudini per proteggere la salute cognitiva? A 10 anni. Se il bambino è svogliato sui libri, da adulto avrà più probabilità di ammalarsi di demenza o, nel peggiore dei casi, di Alzheimer. Lo studio potenzia i neuroni, per così dire li allena, tanto più quanto presto avviene. E' la conclusione a cui è giunta una nuova ricerca del Karolinska Institute di Stoccolma, uno dei centri al mondo più attivi negli studi sulle forme di demenza. Coloro che all'età di 10 anni avevano avuto più modesti risultati scolastici hanno evidenziato il 21% di probabilità di ammalarsi di Alzheimer. Ma c'è di più. Frequentare la scuola superiore, per esempio, con scarso rendimento, dandosi la scusa che si ha davanti tutto il tempo per imparare, non sarà mai come avere utilizzato quegli anni per continuare ad irrobustire le capacità cognitive. Difatti lo studio rivela che l'apprendimento nel corso della vita non ha lo stesso potenziale benefico di quello iniziato nell'infanzia. Neppure se si sceglierà un lavoro che richiede un complesso impegno cognitivo. Lo “scenario” neuronale migliore è stato osservato negli individui che avevano un alto livello di istruzione, con buoni risultati sin da piccoli, ed una professione stimolante. Viene da riassumere il tutto col dire che le basi dell'intelligenza si creano, o non si creano, da bambini. Una buona istruzione ed un lavoro che sollecita il cervello a risolvere problemi incrementano quella che gli scienziati definiscono “riserva cognitiva”, vale a dire la “dotazione” di capacità neuronali che entra in gioco per compensare i danni, e la “morte” di cellule nervose nel cervello, che si subiscono sia a causa di stress sia per il normale invecchiamento. Lo studio illustato ad Alzheimer's Association International Conference 2015 (AAIC 2015) dal ricercatore Serhiy Dekhtyar, Department of Clinical Neuroscience Section of Psychology, Karolinska Institutet, ha valutato 7574 volontari, uomini e donne, nati tra il 1915 e 1929 a Uppsala, Svezia. I dati sul loro rendimento nelle materie di studio a dieci anni sono stati raccolti attraverso gli archivi delle scuole Elementari frequentate. Inoltre sono stati inseriti nelle valutazioni individuali: classe sociale ed ospedale dove è avvenuta la nascita, lavoro tra i 31 e 45 anni, formazione tra i 41 e 55 anni, situazione occupazionale tra i 51 e 65 anni, l'accertamento sulla demenza a 65 anni ed il controllo tra i 79 e 93 anni, nel 2008. I partecipanti allo studio sono stati seguiti in media per ventuno anni. Un altro dato significativo riguarda il lavoro che nella mezza età richiede un'abilità coi numeri ed i dati, che tiene in esercizio il cervello e può abbassare di un altro 23% il rischio di ammalarsi di demenza. Ovviamente l'ottimo sarebbe avere studiato con impegno sin da bambini e poi scelto un lavoro che mantiene in esercizio i neuroni con numeri e dati.