Medicina
Il cervello, regista della salute per il corpo e la mente
Nella settimana mondiale dedicata al cervello, interviste agli esperti
Salute, il cervello regista del corpo e della mente
“Il cervello regista della salute” è stato il focus della Settimana Mondiale del Cervello, (Brain Awareness Week) un appuntamento annuale di marzo. La sfida lanciata dalla "Dana Alliance for Brain Initiatives" pone il focus sulle scienze del cervello e sull’importanza della ricerca in questo ambito. In Italia la Settimana è promossa da Hafricah.NET, portale di divulgazione neuroscientifica. E tra i numerosi accademici, scienziati , medici e specialisti abbiamo incontrato due luminari che ci hanno parlato in particolare delle relazioni tra il nostro cervello e la depressione, e delle interconnessioni tra intestino e cervello. Se è vero che la salute mentale si riferisce ad uno stato di benessere generale e non si esaurisce nella mera assenza di patologia o disagio, allora è utile ricordare che la depressione è una patologia che condiziona a 360 gradi la vita di chi ne soffre. Soffrire di depressione significa anzitutto convivere con un disturbo che comporta molto dolore interiore.
Salute, l'interazione fra cervello e depressione
Cosa significa soffrire di depressione farmacoresistente oggi? A questa domanda ha risposto la dottoressa Beatrice Casoni, Specialista in Psichiatria e Direttore Sanitario della clinica neurocare di Bologna. “Chi ha una forma di depressione, o ha avuto esperienza con un amico o un familiare depresso, sa che trovare una via d’uscita può essere difficile. Soprattutto se la depressione è resistente ai farmaci. A questo, si aggiungono anche altre problematiche, come le frequenti assenze dal lavoro, l’interferenza nella vita sociale, la difficoltà ad occuparsi di sé, della propria famiglia, della casa. Dalla fine degli anni Novanta, grazie ai progressi della ricerca scientifica, sono emerse nuove terapie per la depressione. In particolare, la Stimolazione Magnetica Transcranica nel 2008 è stata approvata dalla Food&Drug Administration degli Stati Uniti d’America come trattamento di classe A per la depressione. Successivamente, ha ricevuto l’approvazione anche dall’Unione Europea, tramite marchio CE".
Salute, il trattamento della "stimolazione magnetica transcranica"
Che cosa si intende dottoressa con “stimolazione magnetica transcranica? "La stimolazione magnetica transcranica è un trattamento per modulare l'attività cerebrale in modo non doloroso e non invasivo. Può essere utile nel trattamento della depressione maggiore resistente ai farmaci. Una medicina di precisione che integrandosi con le terapie tradizionali ci permette di personalizzare il trattamento sul singolo paziente. La TMS è in grado di modulare la comunicazione tra i neuroni della specifica area del cervello deputata al disturbo che si vuole trattare. La terapia è indolore e funziona applicando un campo magnetico attraverso una bobina (coil di stimolazione), posta sul capo del paziente. Chi si occupa di questo e verso quali orizzonti terapeutici ci porta la Stimolazione Magnetica Transcranica?. "La stimolazione magnetica è una terapia di precisione- conclude l’esperta- se pensiamo al farmaco, sappiamo che, arrivato nello stomaco, entra nel circolo sanguigno e attraversa diversi organi, provocando spesso effetti collaterali. Al contrario dei farmaci invece, la stimolazione magnetica viene applicata direttamente ed esclusivamente sull’attività dei neuroni della zona cerebrale sulla quale vogliamo intervenire. La neurocare clinic di Bologna fa parte del gruppo internazionale neurocare, presente con oltre 18 cliniche nel mondo e dal 2020 si occupa di neuromodulazione. I percorsi neurocare sono personalizzati in base alle esigenze del singolo paziente e prevedono trattamenti di neuromodulazione, psicoterapia e terapie farmacologiche, per ottenere la miglior efficacia possibile".
Salute, le interconnessioni tra cervello ed intestino
Un altro tema importante emerso nel simposio sono state le interconnessioni tra cervello ed intestino. L'asse intestino-cervello (gut-brain axis) consiste nella comunicazione bidirezionale tra il sistema nervoso centrale e quello enterico (ENS), collegando i centri emotivi e cognitivi del cervello con le funzioni intestinali periferiche. Quali sono le interconnessioni tra cervello ed intestino? Lo abbiamo chiesto al Professor Giovanni Marasco Gastroenterologo e Dirigente Medico presso IRCCS S. Orsola, Ricercatore presso l’Università di Bologna e Referente scientifico Schwabe Pharma Italia. “L'intestino è il più grande organo dell’uomo con funzione endocrina e immunitaria; inoltre ospita la più ampia comunità batterica commensale. Si stima che ci siano 100 milioni di neuroni solo nell'intestino tenue umano, rendendo il sistema nervoso enterico (ENS) il distretto a più ampia concentrazione di neuroni aldifuori del cervello. Ogni neurotrasmettitore presente a livello del sistema nervoso centrale si trova anche nell'ENS. Tuttavia, l'intera estensione e funzionalità dei circuiti neuronali enterici rimane ancora da comprendere completamente"
Salute, un dialogo costante tra intestino e cervello
Il dialogo tra intestino e cervello dunque professore come influenza la salute? “Recenti evidenze suggeriscono un ruolo centrale del microbiota (la flora batterica che popola l’intestino) intestinale nell'influenzare le comunicazioni tra cervello e intestino. L’interazione tra microbiota e GBA sembra essere bidirezionale, vale a dire attraverso l’invio di segnali dal microbiota intestinale al cervello e dal cervello al microbiota intestinale mediante collegamenti neurali, endocrini, immunitari e umorali. Per queste ragioni l'intestino può influenzare l'umore, le funzioni cognitive e la salute mentale”. Non ci resta che capire come l’intestino possa influenzare la salute mentale. “Alcuni disturbi dell'umore, come l'ansia e la depressione sono collegati con alcuni disturbi gastrointestinali come la diarrea o la stipsi. Parallelamente, le malattie gastrointestinali, come ad esempio la sindrome dell'intestino irritabile, spesso si presentano in associazione a comorbidità psicologiche. In entrambi i casi, i dati più recenti mostrano che è presente una alterazione del microbiota intestinale. Ulteriori evidenze dimostrano come la modulazione del microbiota intestinale, ad esempio mediante la dieta o l’uso di probiotici, possa influenzare le funzioni cognitive e la salute psicologica dei soggetti”.