Medicina
Cuore e cervello, le "cattive" emozioni possono portare all'infarto
L'intervista a Silvia di Luzio, medico specializzato in cardiologia, Senior research associate alla Northwestern University di Chicago
Cuore e cervello, le "cattive" emozioni possono portare all'infarto
L’equazione più importante non la insegnano a scuola. E ha a che fare con cuore e cervello: più in noi sono presenti emozioni di bassa gamma – rabbia, invidia, paura e dolore- , più si apre la via di infiammazione, ipertensione e ahimé anche infarto. L’incognita emozionale è stata smascherata e non da un istituto qualsiasi, ma dall’Heartmath californiano, che dal ‘91 studia il rapporto “matematico” fra cuore e cervello.
Cartesio non ne sarebbe contento: pare che a decidere quale tipo di cervello attiviamo - se la corteccia che presiede al discernimento e al ragionamento profondo o il cervello rettile più semplice ed automatico (quello che entra in azione davanti a una tigre, per intenderci) - sia proprio il cuore. Inteso come centro della consapevolezza e delle emozioni, che non sono banali pensieri ma hanno il potere di creare una distonia capace di trasformarsi in stress cronico, se protratta nel tempo.
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Le emozioni sono molecole informazionali capaci di determinare quale cervello useremo, ma non solo!
A spiegarci l’intera faccenda è la dottoressa Silvia di Luzio, medico specializzato in cardiologia, Senior research associate alla Northwestern University di Chicago e mental coach di metodi multipli. Proprio lei, interverrà al convegno internazionale di epigenetica di Bologna, il 9 settembre, sul tema della gestione emozionale nei problemi cardiocircolatori, portando la sua esperienza clinica.