Medicina
Diabete, il fumo aumenta il rischio. Il CoEHAR vaglia nuove soluzioni
I primi risultati dell'indagine Diasmoke 2.0 dimostrano che la sigaretta elettronica consente ai fumatori di smettere senza aumento ponderale del peso corporeo
Può il fumo causare il diabete? Quali sono le soluzioni? A queste domande risponde il report del CoEHAR (Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da Fumo dell’Università di Catania) che affronta il problema del fumo e diabete a tutto tondo con il Progetto Diasmoke 2.0 e pone le basi per delineare nuove e innovative soluzioni per la valutazione dell’impatto della sigaretta elettronica nel paziente diabetico fumatore. Il report “Smoking and Diabetes: Dangerous Liaisons and Confusing Relationships” è stato pubblicato in questi giorni sulla prestigiosa rivista scientifica Diabetology & Metabolic Syndrome. “Partendo da una attenta analisi della letteratura scientifica del settore, abbiamo cercato di approfondire il problema tabagismo e diabete mellito per illustrare come queste due condizioni agiscano sinergicamente nello sviluppo della malattia e nella progressione delle sue complicanze. La nostra analisi spiega che la disassuefazione dal fumo può ridurre l’incidenza di malattia o rallentare l’evoluzione delle complicanze cardiovascolari”, affferma Davide Campagna, ricercatore del CoEHAR.
Dal 1980, il numero di persone affette da diabete mellito si è quadruplicato, superando la barriera dei 400 milioni. Secondo le previsioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dai 400 milioni si salirà ad oltre 650 milioni di pazienti con diabete nel 2040.
“Se osserviamo gli effetti del fumo della sigaretta su pazienti affetti da diabete, otteniamo un quadro clinico complesso e preoccupante. Infatti la combinazione di glicemia elevata con alti livelli di sostanze tossiche presenti nel fumo determinano un aumento esponenziale del rischio cardiovascolare in questi pazienti, con complicanze quali ictus, infarto del miocardio, arteriopatia periferica, e retinopatia diabetica”, osserva Francesco Purrello, direttore del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale e presidente della Società Italiana di Diabetologia.
“Questo stato delle cose richiede un cambio di mentalità. Dato che molti pazienti con diabete continuano a fumare nonostante i noti rischi per la salute, una possibilità è quella di sfruttare le nuove tecnologie per il rilascio di nicotina quali strumenti sostitutivi molto meno dannosi delle sigarette convenzionali”, commenta il direttore del CoEHAR, lo scienziato Riccardo Polosa (nella foto).
Per questo CoEHAR si appresta a lanciare Diasmoke 2.0, un progetto di ricerca altamente innovativo che ha l’obiettivo di monitorare e valutare l’abitudine tabagica di quasi 1000 pazienti affetti da diabete e di valutare l’efficacia e la sicurezza dei nuovi trattamenti per smettere di fumare in diversi paesi, tra cui Inghilterra, Italia, Polonia e Pakistan.
Può il fumo causare il diabete? Una recente meta-analisi di 88 studi ha confermato un'associazione significativa tra il fumo e l’aumento del rischio (pari al 37%) di sviluppare diabete mellito. Si stima ora che almeno 25 milioni di casi di diabete in tutto il mondo possano essere attribuibili al solo fumo di sigaretta convenzionale. Uno studio trasversale condotto su 2142 europei (25-41 anni di età) ha dimostrato un aumento del rischio di diabete (quasi raddoppiato) in soggetti fumatori rispetto ai non fumatori. Questi dati, se comparati a studi analoghi condotti in altri paesi, possono condurre alla formulazione dell’ipotesi secondo cui “il fumo accelera la progressione dall’euglicemia verso uno stato di alterata tolleranza al glucosio, che porta ad un aumento del rischio di sviluppare il diabete nei soggetti fumatori”, aggiunge Campagna.
Smettere di fumare crea rischi per il diabetico? Ogni medico ha il dovere di consigliare ai pazienti diabetici di smettere di fumare quanto prima, così come suggerito dalle Linee Guida internazionali sul diabete. “Inoltre -aggiunge Campagna- sarebbe più opportuno consigliare ai diabetici fumatori di rivolgersi ai centri antifumo di pertinenza delle Asl”. L’astinenza può provocare un aumento di peso che può essere gestito con una attenta attività di counselling antifumo. Il paziente non deve accettare l'aumento di peso come inevitabile effetto collaterale della cessazione. In tal senso, recenti studi hanno dimostrato che passare alla sigaretta elettronica può aiutare, anche se servono ancora ulteriori studi per affermarlo con certezza.
Ruolo della sigaretta elettronica “Sebbene le ricerche siano ancora ad una fase iniziale -spiega Polosa- è possibile dedurre che, a fronte di una riduzione di peso e del conseguente miglioramento del compenso diabetologico, i pazienti affetti da diabete che utilizzano la sigaretta elettronica possano trarre giovamento. I primi dati emersi dai lavori preliminari al progetto Diasmoke 2.0 – ha concluso - dimostrano che oltre ai vantaggi già noti, la sigaretta elettronica consente ai pazienti di smettere di fumare senza andare a registrare un aumento ponderale di peso, a differenza di altri metodi che comportano un aumento di circa 6/8 Kg, a cui consegue una maggior insulino-resistenza”.