Hiv, in Europa il farmaco per la prevenzione del contagio
Hiv, in Europa il farmaco per la prevenzione
Prevenzione del contagio da Hiv, arriva in Europa il farmaco. Il Committee for Medicinal Products for Human Use (Chmp), l’ente che si occupa, in seno alla European Medicines Agency (Ema), di valutare qualità, sicurezza ed efficacia dei medicinali utilizzati nell’Unione europea, ha parlato. E ha appena decretato il proprio via libera all’uso dei farmaci antiretrovirali per la prevenzione, e non solo per il trattamento, dell’infezione da hiv. La notizia arriva a pochi giorni dall’incoraggiante dichiarazione della Joint United Nations Programme on Hiv/Aids (Unaids), secondo la quale sarebbe stato raggiunto l’obiettivo di arrestare e invertire la diffusione del virus entro il 2015, con 15 milioni di persone sieropositive in life-saving Hiv treatment (gli antiretrovirali, per l’appunto) a marzo e 30 milioni di morti correlate all’Aids scongiurate dal 2000 a oggi.
Stando a quel che riporta l’Ansa, il Chmp ha esaminato la richiesta di estensione di indicazione (da trattamento a prevenzione, per l’appunto) per il Truvada, terapia già usata nei sieropositivi e che si è mostrata efficace, in diversi studi clinici, anche nell’abbassamento del tasso di contagio in soggetti non infetti ma appartenenti a gruppi a rischio (omosessuali, transgender con comportamenti a rischio, eterosessuali con partner sieropositivo): è la cosiddetta Prep, ovvero profilassi pre-esposizione. “L’Ema”, queste le parole ufficiali del Chmp, “raccomanda il rilascio di un’autorizzazione a mettere sul mercato il Truvada per la profilassi pre-esposizione, in combinazione con pratiche di sesso sicuro, per ridurre il rischio di contagio per via sessuale del virus dell’immunodeficienza umana di tipo 1”.
Il comitato dice di aver basato la propria decisione, in particolare, su due studi che hanno mostrato l’efficacia preventiva del farmaco: il primo (iPrEx) ha evidenziato come il Truvada riducesse il rischio di infezione del 42% (rispetto al placebo) in uomini non sieropositivi o donne transgender; il secondo (Partners PrEP trial) ha addirittura evidenziato una diminuzione del rischio del 75% in persone eterosessuali partner di donne o uomini sieropositivi. La parola, ora passa alla Commissione europea per l’adozione formale del provvedimento deciso dall’Ema: “Una volta che sarà garantita l’estensione delle indicazioni”, conclude l’agenzia, “ogni stato membro potrà prendere una decisione sul prezzo e il rimborso basata sul potenziale ruolo di questo farmaco nel contesto dei sistemi sanitari nazionali”.