Medicina

Italia, il Paese dei depressi: soffrono in milioni, ma i farmaci sono insicuri

di Antonio Amorosi

Senza terapia psicanalitica la maggior parte degli antidepressivi non funzionano. Lo studio che ribalta i luoghi comuni

La maggior parte degli antidepressivi prescritti per il dolore cronico non hanno prove affidabili di efficacia o sicurezza, avvertono gli scienziati UK. Eppure c’è stato un aumento in tutta Europa del 147%

“Hai la depressione? Fatti prescrivere dal medico il farmaco X”. Così dice la pubblicità. Ma “il sintomo è una metafora”, scriveva Jacques Lacan, lo psicanalista francese che ha squarciato la cultura contemporanea. Anche il dolore è un sintomo, un avvertimento che se non ascoltato può col tempo degenerare in qualcos’altro, anche in malattia.

Nella cultura contemporanea di massa invece si è portati a pensare che i sintomi siano da eliminare, senza cercare di capire quale messaggio portano. Le cause del male, o meglio ancora i sintomi, sono da sedare. Niente psicanalisi, conoscenza del se e discipline annesse, troppa fatica.

Peccato che una ricerca delle Università di Southampton, Bath, Bristol e University College London, che ha analizzato 30.000 casi del Servizio Sanitario Nazionale britannico, abbia scoperto che la stragrande maggioranza degli antidepressivi che la gente utilizza per il dolore cronico non funzionano. Non vi sarebbero neanche dati a lungo termine sulla sicurezza di questi farmaci. Alla base della valutazione vengono citati 176 sotto studi. Ma accertato questo la potenza del farmaco non viene scalfita dalle parole degli analisti.

A nulla sono servite le loro richieste di una revisione delle attuali linee guida sulla prescrizione stabilite dal National Institute for Health and Care Excellence (NICE): l'ente ha reagito sostenendo non vi siano ragioni "sufficienti" per modificare le linee guida attuali. Nella casistica analizzata solo un farmaco molto costoso ha mostrato segni di efficacia ma non sono del tutto certi gli altri effetti sul lungo periodo.