Medicina

La pubblicità ingannevole e suggestiva in tema di malpractice medica.

Eduardo Cagnazzi

La Torre: "In assenza di una legislazione che chiarisca i termini della responsabilità professionale e della colpa medica, dal 1990 i processi sono in aumento

Medici sempre più aggrediti nelle corsie degli ospedali, negli ambulatori. Sia l Nord che al Sud. E sempre più costretti a difendersi da chi una volta si affidava totalmente alle loro sapienti mani: è questa la fotografia della chirurgia italiana con più di 35mila azioni legali intraprese ogni anno da pazienti che denunciano presunti casi di malasanità. Eppure, nonostante questi processi siano destinati nel 95% dei casi penali e nel 90% di quelli civili a risolversi in un nulla di fatto, i procedimenti legali sono in costante aumento. Probabilmente ciò è legato al notevole impatto mediatico dei cosiddetti casi di “malasanità” ed anche alla diffusa pubblicità fuorviante di organizzazioni legali, interessate al problema del contenzioso. Da queste premesse nascono conseguenze fortemente negative non solo per il Servizio sanitario nazionale e per gli operatori che prestano la loro attività professionale ma, anche, per gli stessi cittadini che del Ssn dovrebbero beneficiare in assoluta serenità.

Di queste problematiche si è parlato a Roma nel corso del convegno promosso dal Collegio Italiano dei Chirurghi dal titolo “Malpractice, informazione, pubblicità ingannevole e suggestiva: un danno per il Ssn” al quale hanno partecipato i rappresentanti delle Società Scientifiche Italiane della Chirurgia insieme ad esponenti del mondo della magistratura, dell’avvocatura e delle istituzioni.

L’errore in campo medico esiste, come in qualunque settore; in campo medico la specificità della situazione lo rende tuttavia sempre gravido di conseguenze”, ha affermato Filippo La Torre, Presidente del Collegio Italiano dei ChirurghiNon bisogna, però, confondere l’errore con le “prevedibili ma non sempre prevenibili” complicanze. Bisogna controllarlo accuratamente e fare il possibile per evitarlo con meccanismi tanto severi quanto sicuri, riducendolo al minimo e, nel contempo, assicurare all’utente il giusto risarcimento di un eventuale danno subito. Purtroppo, in assenza di una legislazione che chiarisse i termini della “responsabilità professionale” e della “colpa medica”, già all’inizio degli anni ’90 i procedimenti sono aumentati a dismisura, così come i costi delle “assicurazioni sul rischio” ed i tempi (e i costi) conseguenti dei procedimenti giudiziari. La Legge 24 Gelli/Bianco, frutto di oltre due anni di lavoro di sintesi, e compromesso, tra posizioni differenti, ha cercato di fare chiarezza. Il Ssn Italiano è per definizione universalistico ed è considerato, in campo internazionale, una nostra vera eccellenza; questo ancora oggi nonostante i tagli ventennali alla Sanità abbiano ridotto significativamente l’offerta. Va quindi riconosciuto agli operatori sanitari la capacità di averne conservato, comunque, l’elevata qualità nonostante la riduzione dei numeri”.

Occorre quindi ridurre il contenzioso: “Gli operatori sanitari e le organizzazioni aziendali si sono dotate di sistemi di maggiore efficienza e controllo del “rischio” per ridurre “l’errore” in sanità, come dettato dalla Legge, ma il numero di contenziosi è in progressivo aumento”, ha puntualizzato La Torre. “Forse deve essere riferito allo sforzo di Agenzie, studi legali ed associazioni attraverso una pubblicità verso le denunce di Malpractice, da noi definita ingannevole e suggestiva? A mio parere la risposta è positiva in quanto, offrendo, a fronte dell’incipit, nessun costo a carico dell’attore, dimostra la volontà di andare incontro ad un evidente business. Tutto questo, per inciso, sembra inquadrare il Ssn come elemento fonte di atteggiamenti criminosi. Se le aziende sanitarie e gli operatori dovranno continuare a dare quotidiano riscontro a questa offensiva e progressiva aggressione ne risentirà chiaramente la qualità del Sistema con conseguente danno per gli utenti e creando un inevitabile circolo vizioso con un progressivo svilimento e fallimento del Ssn nel suo complesso, come, per esempio, quando scatta inevitabile, da parte di alcuni operatori sanitari, il meccanismo di difesa conosciuto come “Medicina Difensiva”, vale a dire una richiesta di un numero eccessivo di esami ed accertamenti il cui costo viene quantificato in più di 11 miliardi di euro, quasi un miliardo al mese.  Lo smisurato numero delle “denunce” ai sanitari, le aggressioni fisiche agli operatori in costante e spaventoso aumento stanno fortemente demotivando tutte le specialità professionali, in particolare i “chirurghi” e gli addetti al P.S., creando dei vuoti di “vocazione” in questi specifici settori con evidente pericolo per la tenuta del sistema, per la sua qualità e per la sua riconosciuta ed elevata eccellenza. Un danno enorme per il Ssn e, di conseguenza, per tutti i cittadini”.