Medicina
Novartis: reSET, il software contro la droga, e le altre strategie di Sandoz
Più autonomia e focus "geografico" per l'azienda, al fine di renderla più flessibile. Per reSET si guarda anche all'Europa
di Lorenzo Zacchetti
Presso il proprio quartier generale di Basilea, Novartis ha presentato i risultati economici del 2018 nel corso del tradizionale appuntamento con i media internazionali.
Il giro d'affari del colosso elvetico cresce del 6% rispetto al 2017, arrivando a 51,9 miliardi di dollari. L’utile netto sale del 64% a 12,6 miliardi. Il risultato operativo Ebit scende del 5% a 8,17 miliardi di dollari. Il risultato operativo core, al netto di acquisizioni e fattori straordinari, è salito dell’8% a 13,8 miliardi di dollari, l’utile netto core del 5% a 11,94 miliardi.
Ottimi risultati per il nuovo CEO Vasant Narasimhan, che ha chiuso il suo primo anno in carica proprio in occasione dell'incontro con la stampa internazionale. Narasimhan ha spiegato come il 2018 sia stato un anno di trasformazione per Novartis, la quale è stata “reimmaginata” secondo diverse linee-guida. In primo luogo, si è lavorato sull'ottimizzazione dell'azienda, per fare in modo che il suo focus fosse sempre meglio definito.
Accanto ad alcune alienazioni, sono state effettuate acquisizioni e partnership per sviluppare nuove piattaforme. Ora Novartis presidia al meglio varie aree: la terapia genetica con Avenis e Spark, la terapia cellulare con Cell for Cure e CBMG, nonché la medicina nucleare con Endocyte e AAA. Anche per Sandoz, la divisione tradizionalmente dedicata ai biosimilari, si è ritenuto necessario un “reshaping” del portfolio. “Ora il suo focus sarà più marcatamente geografico – ha spiegato Narasimhan – specialmente con Aurobindo”.
Rispetto a Sandoz, si è ampiamente discusso anche del potenziale che le tecnologie digitale possono conferire allo sviluppo dell'industria farmaceutica, nonché a una migliore gestione dei costi dei vari sistemi sanitari nazionali.
Un esempio particolarmente interessante è reSET (disponibile anche nella versione reSET-O, pensato specificatamente per le dipendenze da oppiacei), un software che, mediante una semplice app scaricabile dall'AppStore consente a chi ha problemi di dipendenza di seguire una vera e propria terapia cognitivo-comportamentale, ma con notevoli vantaggi pratici.
Le 12 settimane previste dal protocollo in vigore negli USA (dove il prodotto è stato lanciato a cavallo tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019) vengono comunque rispettate, ma invece che incontrare il terapista tre volte alla settimana lo si può fare saltuariamente: mediante l'Intelligenza Artificiale, reSET è in grado di analizzare i dati inseriti dall'utente e in particolare quelli relativi all'abuso di sostanze, restituendogli un feedback sia formativo, sia premiante.
Altrettanto interessante, da questo punto di vista, la sussistenza di accordi con Starbucks ed altri marchi famosi per tradurre questi premi in buoni-spesa che possono essere usati solo dal paziente.
I primi risultati ottenuti con questo device sono decisamente incoraggianti e Sandoz punta a introdurlo anche in Europa. Non è ancora stata definita una road-map, ma difficilmente il suo ingresso sul mercato del Vecchio Continente potrà avvenire prima del 2020.
Rispetto alle strategie complessive di Sandoz, Narasimhan ha ribadito l'intenzione di rendere l'azienda più “autonoma” dal gruppo, così da consentirle di operare in maniera più flessibile.