Medicina
Vaiolo delle scimmie, pustole su mani e genitali. Bassetti: "Rischiamo grosso"
Il direttore malattie infettive del San Martino di Genova: "Quel vaccino non lo facciamo più dal 1971, molta gente scoperta. In Europa avremo migliaia di casi"
Vaiolo delle scimmie, nuova emergenza: ecco come si trasmette
C'è un nuovo allarme a livello sanitario, è in circolo con una rapida diffusione una nuova malattia, molto presente già in Europa: il vaiolo delle scimmie. Primo caso anche in Italia, si tratta di un uomo proveniente dalle Canarie e ora ricoverato all'ospedale Spallanzani di Roma. La regione Lazio - si legge sulla Stampa - ha messo in moto i suoi cacciatori di virus per individuare con il massimo rispetto della privacy eventuali contatti stretti, mentre l’Oms parla di «situazione in rapida evoluzione», perché i casi sarebbero più di una ventina, concentrati soprattutto in Gran Bretagna, Spagna e Portogallo, mentre 13 ne segnala il Canada, uno gli Usa. Il virus si trasmette per via sessuale. Ma di ora in ora il numero dei casi sospetti aumenta. «I sintomi sono vari ma in genere lievi, come febbre, dolori muscolari, cefalea, rigonfiamento dei linfonodi, stanchezza. Una caratteristica sono anche le manifestazioni cutanee, come vescicole o piccole pustole, anche sugli organi sessuali», spiega Anna Palamara, direttrice del dipartimento malattie infettive dell’Iss.
Intanto - prosegue la Stampa - è scatta l'allerta su tutto il territorio nazionale le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmissibili. Matteo Bassetti, direttore del reparto malattie infettive al San Martino di Genova avvisa sui rischi che si possono correre. "Questo vaccino non si fa più dal 1971 e quindi una parte importante della popolazione potrebbe essere scoperta. Ora è un problema europeo, e globale, dobbiamo fare bene il tracciamento e far si che si fermi il focolaio. Più che il Covid mettiamoci al sicuro da questo vaiolo. A giorni avremo migliaia di casi in tutta Europa". Sulla stessa linea le parole del virologo Andrea Crisanti: "Esistono le terapie ma la diagnosi deve essere precoce".