Dieselgate, oltre 76.500 i moduli scaricati per aderire alla class action
Sono passati due anni da quando scoppiò lo scandalo dei motori diesel manipolati da Volkswagen Group allo scopo di superare i test di omologazione
Sono 76.576 i moduli fin qui scaricati dal sito Internet dell’organizzazione Altroconsumo per completare l’adesione alla class action dieselgate e inviare la richiesta al Tribunale di Venezia, competente per la causa.
Il numero è cresciuto progressivamente da quando il giudice ha confermato l’ammissibilità dell’azione, decretando l’inizio della raccolta delle adesioni dallo scorso 1° luglio.
Siamo al ritmo di tremila moduli scaricati al giorno dal form online e il numero è andato aumentando più ci si è avvicinati al termine ultimo per la raccolta, che era fissato per lo scorso 1° ottobre.
A Venezia la cancelleria a Rialto è stata letteralmente inondata di fax, Pec e lettere raccomandate. I consumatori hanno tra l’altro segnalato ad Altroconsumo, anche attraverso i social, di non trovare la linea del fax libera, né di riuscire a usare la Pec dedicata.
Sono passati due anni da quando scoppiò lo scandalo dei motori diesel manipolati dalla casa di Wolfsburg ( Volkswagen) al fine di superare i test di omologazione.
Da allora Altroconsumo ha denunciato l’inganno, realizzato vari test per provare la presenza e l’effetto nelle auto del software truffaldino che consentiva di barare nella prova di omologazione, depositato l’atto di citazione contro Volkswagen e ottenuto l’ammissibilità della class action in Italia, la prima e fin qui unica in Europa. L’obiettivo è ottenere il risarcimento del 15% sul prezzo d’acquisto dell’auto.
L’organizzazione ha stimolato il dibattito internazionale sensibilizzando le associazioni in Europa a portare VW in Tribunale, attraverso la campagna #DemandJustice - #PretendiGiustizia.
Va specificato che hanno potuto aderire alla class action coloro i quali hanno acquistato in Italia - nel periodo compreso tra il 15 agosto 2009 e il 26 settembre 2015 - un’autovettura di marca Volkswagen, Audi, Seat e Skoda con motore EA189 Euro 5, in cui sia stato installato il dispositivo EGR e che siano state coinvolte nel richiamo da parte del Gruppo Volkswagen.
Le tappe della vicenda
Nel 2015, a seguito dell’ammissione da parte di Volkswagen di aver venduto autovetture con software per truccare i dati, Altroconsumo aveva dapprima diffidato l’azienda e successivamente avviato la class action per pratica commerciale scorretta quantificando il risarcimento per i consumatori al 15% del prezzo di acquisto delle auto e lanciando la campagna europea #pretendigiustizia contro Volkswagen.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato era intervenuta nell’agosto dello scorso anno sanzionando il Gruppo Volkswagen per 5 milioni di euro per manipolazione del software di controllo delle emissioni inquinanti.
I test di laboratorio condotti da Altroconsumo a inizio 2017 avevano confermato che la produzione di emissioni di NOx era superiore rispetto ai valori dichiarati anche sulle auto a cui era già stato effettuato l’aggiornamento del software.
In maggio il Tribunale di Venezia aveva accolto l’istanza dell’organizzazione Altroconsumo ammettendo la class action contro Volkswagen per i veicoli a marchio VW, Audi, Skoda e Seat.
Nel frattempo il 1° settembre sono state introdotte novità nelle procedure di omologazione delle auto nuove in Europa: la Commissione europea ha predisposto un protocollo che prevede test più affidabili, verifiche in condizioni di guida reale e controlli severi da parte dell’Ue.
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