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Nel Venezuela martoriato Maduro ha voluto 2 mesi di feste natalizie

Daniele Rosa

Le curiose dichiarazioni della sposa del dittatore

 

A Roma, durante il Regno di Tito, ne successero di tutti i colori: l’eruzione del Vesuvio che distrusse Ercolano e Pompei,  tre giorni e tre notti di incendi e pure una grave epidemia di peste.

 

Per inaugurare il Colosseo terminato, ma soprattutto per far divertire un popolo ormai perso e in depressione, l’Imperatore decise di far organizzare cento giorni di giochi.

 

La storia spesso si ripete anche se con risvolti un po’ differenti.

 

In Venezuela non ha eruttato nulla e fortunatamente non vi è stata alcuna epidemia ma ‘solo’ una dittatura che ha portato uno dei Paesi più ricchi al mondo a diventare uno tra i più poveri, tormentato da un’iperinflazione e da una totale mancanza di libertà.

 

 

Ed allora che si inventa il dittatore Nicolas Maduro, dopo aver creato il petro, la criptmoneta, tolto gli zeri al danaro, pensando di abbassare l’inflazione e tanto altro?

L’uomo è una sorgente inesauribile ed allora ecco che il Venezuela, mentre si festeggia il Giorno dei Morti, il leader decide che si deve festeggiare il Natale con un mese di anticipo.

Per Maduro due mesi di feste natalizie in Venezuela

Ha ordinato infatti che dal 1 novembre vengano cominciate le feste natalizie e ogni ministero o governo del paese organizzi a tale proposito una festa.

 

E per cominciare la croce sulla montagna Avila a Caracas, che da oltre 50 anni veniva accesa al 1 di dicembre, è stata fatta illuminare un mese prima rischiarando la festa del dittatore e della sua sposa e dei maggiori ‘mandarini’ del paese nel lussuoso albergo vicino.

 

In realtà nessun’altra luce è stata accesa per festeggiare ben 24 mesi di iperinflazione in un paese fatto di città desolate con cittadini che sono scappati già fuori ( quelli fortunati) in una diaspora senza precedenti, che cercano di scappare, senza successo poiché non riescono ad ottenere alcun visto e tanti altri che non possono nemmeno sognare di scappare perché il loro primo problema è la fame.

La previsione dell’ultimo dell’anno è del 35% per contrazione dei consumi.

Per Maduro due mesi di feste natalizie in Venezuela

Ma in un Paese così allo sfascio, che si può’ permettere ‘obtorto collo’ due presidenti ( il secondo è Guaidò) fanno tristemente sorridere le parole della moglie di Maduro ’ Nessuno vada a togliere l’allegra e la pace. Saranno due mesi di allegria per i bambini’.

E le sue previsioni economiche e sociali lo fanno ancora di più ‘nel 2020 andremo a rifiorire, non perché m chiamo Flores, ma perché teniamo un popolo e soprattutto un presidente in grado di farlo’.

 

E così, ripetendo il rito dei lanci di pane nell’arena romana al popolo affamato, Maduro ha firmato un assegno di 11 milioni di euro per comprare oltre 13000 tonnellate di prosciutto tipico delle feste natalizie, che sarà distribuito dai Comitati Locali.

‘Vado ad approvarlo immediatamente-ha twittato il leader- perché voglio che al nostro popolo non manchi nulla a Natale. Lo approvo per crescere’.

Certo non manca nulla, a parte l’elettricità, l’acqua, la benzina, molti generi alimentari nei supermercati quasi vuoti, senza dimenticare i tanti amici che se se sono scappati via, oltre 5 milioni.

 

Meno male che in questa fase l’altro presidente, quello vero, ha convocato una nuova manifestazione per il 16 novembre per riportare l’attenzione del mondo su quello che deve essere fatto il più presto possibile, cacciare il dittatore Nicolas Maduro.

 

Senza se e senza ma.

Purtroppo Cina e Russia non sono dello stesso parere degli Stati Uniti.