Politica

2023 politico. Chi sarà segretario Pd e chi vincerà nel Lazio e in Lombardia

di Alessandro Amadori*

Bonaccini, recupero sul M5S. Centrodestra vince nel Lazio e (probabilmente) in Lombardia

Elezioni Regionali e segreteria Pd nel 2023

Stiamo per entrare nel nuovo anno, un 2023 che arriva subito dopo un’importante tornata elettorale. Che anno sarà, quali eventi lo caratterizzeranno? Partiamo dall’individuazione dei quattro temi più importanti per l’anno che sta per iniziare: la tenuta del governo, le regionali 2023, il congresso del PD, l’impatto e gli sviluppi della “tangentopoli” che ha colpito il Parlamento Europeo.

Per quanto riguarda la tenuta del governo, è molto probabile che non ci saranno scossoni nella maggioranza per tutto l’anno a venire. Le forze di maggioranza sono solidamente attestate al 45% delle intenzioni di voto (30% per FdI, 9% per una Lega che ha ripreso, sia pur di poco, a crescere, 6% per Forza Italia), mentre l’opposizione di centro-sinistra da una parte, e dei Cinque Stelle dall’altra, non sembra ancora aver trovato né unità di intenti né contenuti fortemente caratterizzanti. Il vero problema per Giorgia Meloni consisterà nella sua capacità di rispondere a una forte esigenza di protezione dei redditi e di tutela sociale, che sale da larghe fasce della società italiana e che potrebbe cozzare contro alcune scelte “neoliberiste”, che l’attuale governo sembra intenzionato a fare (ci riferiamo in particolare alla problematica del reddito di cittadinanza).

Le elezioni amministrative del 2023 avranno come eventi polarizzanti le regionali in Lazio e Lombardia. La probabilità di vittoria è decisamente maggiore per il centrodestra, ma la partita della Lombardia potrebbe essere un po’ più complessa di quello che sembra oggi. Tutto dipenderà dalle campagne elettorali dei due principali schieramenti in gioco, dal momento che la percentuale di incerti è piuttosto alta. Per la Lega di Matteo Salvini la riconferma in Lombardia del governatore uscente, Attilio Fontana, è di particolare importanza ai fini del consolidamento del processo di “ripresa”, che il partito sta manifestando da qualche settimana, almeno nelle intenzioni di voto.

Per quanto concerne invece il congresso del Pd, dal punto di vista della probabilità di vittoria il candidato nettamente favorito è il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Se questo scenario si avvererà, è probabile che inizi una lenta ma progressiva rimonta del Pd nei confronti di M5S, dopo che il partito è stato recentemente scavalcato dal movimento grillino. Probabilmente, per la fine del 2023, assisteremo a un rinvigorimento dell’attività dell’opposizione (forse anche con un patto di alleanza politico-elettorale fra Pd e M5S) e quindi all’instaurarsi di una vera dialettica, più equilibrata e quindi più costruttiva, fra maggioranza e opposizione.

L’argomento su cui è più difficile, al momento presente, fare previsioni, è quello della Tangentopoli di Bruxelles. In che misura questa vicenda, che purtroppo per la nostra reputazione internazionale vede come protagonisti soprattutto esponenti politici italiani, potrà delegittimare, indebolire e forse persino destabilizzare, la massima istituzione democratica europea? La verità è che non lo sappiamo. Seguiremo quindi con attenzione l’evoluzione di questa vicenda.

In definitiva, il 2023 sarà con tutta probabilità un anno di consolidamento per la leadership di Giorgia Meloni che, lo ricordiamo, gode della fiducia di circa il 50% della popolazione italiana e può contare su una maggioranza che, nel suo insieme, arriva a doppiare la consistenza elettorale dello schieramento di centrosinistra. Potrebbe dunque rafforzarsi l’ipotesi di un “ciclo meloniano” destinato a durare forse per dieci anni, ossia due legislature.

Buon 2023!

*sondaggista e politologo