Politica
Giustizia, Anm al Pd: le nostre critiche sono fondate
"Non vogliamo lo scontro e non facciamo paragoni con il passato. Chiediamo riforme concrete e risposte forti e questo non sempre è accaduto sulla corruzione", dice il segretario dell'Anm Maurizio Carbone. "La stessa politica sta facendo autocritica: se in meno di due anni si sta modificando la legge Severino, vuol dire che avevamo ragione". La magistratura non indietreggia nel day after dello scambio polemico con il Pd innescato dalla relazione del presidente dell'Associazione Rodolfo Sabelli. Anche se lo steso Sabelli precisa: "Io ho parlato di strategia della delegittimazione. In realtà non mi riferivo al governo. Mi riferivo a un clima che conosce anche momenti singoli di delegittimazione quando si raffigura la magistratura come una casta attenta ai privilegi o quando si ricorda la magistratura che fa poemi sulle ferie: ecco ci sono i momenti di delegittimazione che noi rifiutiamo".
La politica risponde con il ministro della Giustizia Andrea Orlando e quello dell'Interno Angelino Alfano. Il Guardasigilli punge con il fioretto: i toni usati, anche da Carbone, non sarebbero altro che l'antica strategia di individuare un nemico esterno per sconfiggerne uno interno, perché sono le toghe a essere attraversate dallo "scontro". Alfano, invece, impugna la sciabola, ovvero l'ultimo caso scabroso piombato sulla magistratura: il sistema di favoritismi ruotante intorno alla gestione dei beni sequestrati alla mafia, su cui indaga la Procura di Caltanissetta, che avrebbe come fulcro il giudice antimafia Silvana Saguto: "Invece di attaccare - dice Alfano rivolto all'Anm - pensino a Palermo e facciano autocritica".
Il segretario dell'Anm parla prima dell'avvio dei lavori della seconda giornata del XXXII congresso nazionale dell'Associazione, in corso a Bari, dopo il dibattito scaturito ieri dal documento di Sabelli. "Non facciamo paragoni con il passato - tiene a precisare Carbone - la relazione di Sabelli era un'analisi degli ultimi due anni e deriva dal fatto che in questi anni la politica troppo spesso ha dimostrato di essere debole rispetto a fenomeni corruttivi e dilaganti sistemici, come il susseguirsi e il ripetersi di indagini giudiziarie che lo stanno purtroppo confermando". "Chiediamo risposte concrete e forti, e questo non sempre è accaduto, soprattutto sul fronte della corruzione - incalza Carbone - Un tema su cui la stessa politica sta facendo autocritica: la legge Severino, che era stata presentata come soluzione di tutti i mali, oggi viene rivista dal Parlamento, lo stesso presidente del Senato Grasso ha detto che è insoddisfacente. Vogliamo che vengano meno errori e timidezze".
Sulle intercettazioni, uno dei temi caldi, Carbone osserva che "negli ultimi tempi l'attenzione, anche mediatica ma soprattutto della politica, si è concentrata sulla pubblicazione piuttosto che sullo strumento investigativo. Riguarda un problema reale, che è quello di tutelare la riservatezza degli indagati e dei terzi che vengono intercettati, ma ci sembra che ancora una volta si trascuri l'importanza dello strumento investigativo". E per evidenziare quell'importanza porta come esempio l'inchiesta che ha travolto l'Anas. "Come anche il procuratore Pignatone ha evidenziato nell'ultima indagine sull'Anas, è uno strumento per noi indispensabile per combattere il fenomeno sistemico di corruzione".
Sulla "campagna di delegittimazione", il segretario dell'Anm sottolinea: "Noi magistrati siamo spesso stati indicati come unici responsabili delle disfunzioni del sistema, anche con slogan, come quello 'chi sbaglia paga', che hanno accompagnato riforme peggiorative. Noi ci ribelliamo a questo messaggio negativo". Ma Carbone avverte anche i colleghi: "Il correntismo e il carrierismo vanno nella stessa direzione. Se non acquisiamo questa consapevolezza saremo complici, neanche tanto inconsapevoli, di un graduale ma inesorabile decadimento. Questo non possiamo consentirlo: è l'unica strada per essere credibili nei confronti di tutti, nel rispetto della storia e dei valori della nostra associazione".
In un passaggio della sua relazione, Carbone evidenzia come, assieme alla difesa dell'autonomia della magistratura, occorra svolgere "allo stesso tempo un'approfondita analisi sul 'modello' di magistrato moderno, responsabile e professionalmente attrezzato, che si confronti con il tessuto sociale ed economico che lo circonda, in cui opera e vive. Come è stato richiamato anche nel dibattito di ieri sera nei rapporti tra giustizia ed economia, passa necessariamente attraverso una seria e attenta riflessione sui temi che sono propri del governo autonomo della magistratura, sul suo funzionamento, sulle regole che ne determinano le scelte e che incidono sull'organizzazione del lavoro e sull'assetto complessivo della giurisdizione". "La centralità e la delicatezza di questo argomento - rimarca - è dimostrata dal fatto che negli ultimi tre congressi il tema è stato sempre oggetto di discussione, per la sua essenzialità negli equilibri costituzionali, a garanzia di un'effettiva tutela dei valori di autonomia e indipendenza della magistratura".
Giustizia, Orlando: "Anm non faccia gli stessi errori della politica. Chi critica non è nemico"
La magistratura, dunque, non fa marcia indietro. E il confronto con la politica, e il governo in particolare, prosegue. Con il ministro Orlando che torna sulla vicenda a margine del Convegno su "Corruzione e competitività, quali azioni perché il Paese vinca la sfida", a Expo. Per ribadire che "le parole" dell'Anm "non possono essere rivolte al governo". Piuttosto, rileva il Guardasigilli, "quei toni e quegli accenti acuti sono anche frutto del tentativo di tenere assieme la magistratura in un momento in cui ci sono scontri significativi al proprio interno". "Credo comunque - conclude Orlando - che la strada del confronto non debba mai essere abbandonata così come avvenuto in questi anni. Non penso sia ipotizzabile il parallelo con anni precedenti, questo dato è stato riconosciuto anche nella relazione del presidente Sabelli".
A seguire è Alfano a replicare all'Anm da Limatola, in provincia di Benevento, dove partecipa a una convention di Ncd: "Credo che ci voglia coraggio e una certa faccia per attaccare questo governo. Invece dell'autocritica per quanto successo a Palermo, arrivano gli attacchi. E' un modo ottimo per sviare l'attenzione ma nessuno si illuda che non ce ne siamo accorti". "E' successo un qualcosa - contrattacca ancora il ministro dell'Interno - che manda un messaggio devastante all'opinione pubblica che pensa che se così vengono gestiti i beni confiscati da coloro i quali devono contrastare la criminalità organizzata c'è qualcosa di molto grave che non quadra". Per questo, per il responsabile del Viminale, ci vuole coraggio a rivolgere critiche a un governo che "ha fatto leggi importati, in cui il contrasto a Cosa Nostra va bene e in cui credo che tutta l'opinione pubblica nazionale si aspetti una profonda autocritica e parole molto forti per spiegare da parte della magistratura quello che è successo a Palermo".
Informato del giudizio di Orlando, Carbone replica: "Nessuna divisione, nessun contrasto, nessuna polemica, ma un messaggio di forza e di compattezza che è quello che i cittadini si aspettano di fronte al dilagare ai fenomeni di corruzione". "In questi mesi - aggiunge il segretario dell'Anm - abbiamo avuto più volte il confronto con il ministro, non c'è litigiosità, non c'è voglia assolutamente di fare polemica. Chiediamo prima di tutto gli strumenti, ma questo è noto. Oggi 9mila magistrati mancano all'appello negli uffici giudiziari italiani. Questo è un dato significativo che non permette alla giustizia di svolgere al meglio i propri compiti".
Quanto all'invito all'autocritica di Alfano, "sotto questo aspetto, non abbiamo certo bisogno di lezioni da parte di alcuno". Nel caso specifico di Palermo, "anche oggi noi abbiamo chiesto con forza l'intervento da parte del Csm - rivendica Carbone - Ci vuole fermezza e tempestività per dare piena serenità ai tanti colleghi che lavorano quotidianamente negli uffici, soprattutto in quelli di frontiera come la Sicilia, per restituire dignità e credibilità all'immagine della magistratura". "Ma soprattutto - conclude - non credo che sia questo il momento di fare una sorta di rivendicazione inutile su questi aspetti. Noi chiediamo unità di intenti, chiediamo che la politica insieme alla magistratura sappia dare una risposta forte".
Mattarella a Bari per il 32esimo Congresso dell'Anm. Sabelli ricorda il giudice Livatino
Dal canto suo, Sabelli cerca di smorzare i toni: "Io distinguerei, con riferimento alle polemiche che ci sono state, tra quello che è una dinamica fatta di confronto anche critico fra magistratura associata e il mondo delle istituzioni, e invece quella che è una polemica distruttiva, una contrapposizione che non serve a nessuno. A questo tipo di contrapposizione noi ci sottraiamo, noi non la vogliamo vogliamo il confronto quello che può avere anche momenti critici anche reciproci. Personalmente penso che possiamo crescere più con le critiche che con i complimenti".