Ballottaggi: vittoria per il M5S, male per Pd e Centrodestra
Comunali 2016. Dai ballottaggi esce vincente il Movimento 5 Stelle col trinfo della Raggi e della Appendino, male per il Partito Democratico ed il Centrodestra
Il secondo turno delle elezioni amministrative 2016 segna una netta e inequivocale vittoria del Movimento 5 Stelle.
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Trionfo di Virginia Raggi a Roma e di Chiara Appendino a Torino. I grillini vincono anche in altri comuni minori da Nord a Sud (come a Chioggia, in Veneto), sia contro il Centrodestra sia contro il Pd. Beppe Grillo non ha partecipato alla campagna elettorale e, nonostante la recente scomparsa di Gianroberto Casaleggio, il trionfo dei 5 Stelle ha una valenza politica. A Roma come a Torino è evidente che gli elettori di destra, soprattutto leghisti e di Fratelli d'Italia, hanno votato per le candidate grilline. Ora il M5S alzerà la voce e politicamente in Parlamento acquisirà più peso.
Alla base del trionfo del Movimento 5 Stelle c'è la capacità dei grillini di saper interpretare il rinnovamento. Soli contro tutti, nessuna alleanza con nessuno: una strategia vincente. A questo punto il M5S è senza ombra di dubbio il principale competitor di Matteo Renzi e con il successo della Appendino a Torino e la valanga Raggi a Roma prenotano Palazzo Chigi. O, quantomeno, si candidano ad essere i favoriti alle prossime elezioni politiche. Non è escluso - affermano fonti grilline - che il M5S possa chiedere le dimissioni di Renzi e l'apertura di una crisi politica.
Nel Partito Democratico è choc ballottaggi
Matteo Renzi ha cercato di sminuire il voto nelle città ma la debacle a Roma e la sconfitta di Fassino a Torino bruciano. Ora è probabile che la minoranza dem partirà all'attacco del premier chiedendone le dimissioni da segretario del partito. Le polemiche degli ultimi giorni di campagna elettorale con Massimo D'Alema sono l'emblema di quello che potrà accadere nelle prossime settimane.
Il Centrodestra esce con le ossa rotte dai ballottaggi.
A perdere sono sia Silvio Berlusconi e Forza Italia, con Parisi a Milano, ma anche Matteo Salvini. Il dato peggiore per la Lega è che gli elettori grillini non hanno votato per i candidati del Carroccio e del Centrodestra (mentre viceversa l'accordo sottobanco ha funzionato) e così si è arrivati alla sconfitta nel capoluogo lombardo (fondamentale per Salvini) ma anche a Varese (culla della Lega) e in altri comuni medio-piccoli. A Bologna niente da fare per la Borgonzoni, nonostante sia riuscita a tenere Merola sotto il 60%. Salvini si consola con la vittoria a Novara.