Politica

Berlusconi, il piano: no alla Russia "cinese" e all'Europa serva degli Usa

Di Alberto Maggi

Ucraina, Berlusconi ha un progetto preciso, il problema è comunicarlo senza essere strumentalizzato



Berlusconi è vero che ha un rapporto solido personale con il presidente russo ed è stato l'unico che è riuscito a Pratica di Mare a far avvicinare Mosca e l'America. Ma dopo la caduta di Donald Trump e l'arrivo di Biden alla Casa Bianca tutto è cambiato. E il fatto che Putin abbia sospeso la Russia dal trattato Start sulla proliferazione delle armi nucleari viene letto ad Arcore come una risposta all'improvvido e quasi provocatorio viaggio di Biden a Varsavia con toni da Guerra non solo Fredda.

Il punto è anche economico. Berlusconi non vuole che l'Italia, e l'Europa, finiscano come gli Usa, in mano alle multinazionali e su questo, come sull'opposizione al Nutri-score e sulla difesa della tradizione delle piccole e medie imprese spesso artigiane, la vicinanza con Matteo Salvini è molto forte. L'ex Cav è in parte deluso da Meloni, non tanto per non averlo difeso in conferenza stampa, ma quanto per un atteggiamento totalmente e completamente schiacciato sugli Stati Uniti e la Nato, figlio anche delle posizioni di Guido Crosetto, potente ministro della Difesa.

In tutto questo Antonio Tajani, titolare della Farnesina e vicepremier, si arrampica sugli specchi per cercare di confermare la linea del governo ma senza sconfessare il suo capo. Berlusconi ha un obiettivo, insomma, difficilissimo da raggiungere e soprattutto da comunicare senza il rischio di essere strumentalizzato.