Politica

Bologna, scontri tra polizia e antifascisti: 5 i feriti

Bologna scontri, sgomberato presidio antagonisti

La tensione che si temeva sarebbe arrivata ai massimi livelli solo nel tardo pomeriggio è invece esplosa a Bologna già alle 14.05, con le cariche della polizia contro gli attivisti dei centri sociali, in cui cinque persone (fra cui un agente) restano ferite.

E' successo in piazza Galvani, la stessa piazza dove alle 19.30 è in programma il comizio di Forza Nuova. Un appuntamento elettorale che ha scatenato reazioni e rabbia, esplose appunto con l'occupazione della piazza da parte dei centri sociali. Ma in altri luoghi della città - le vicine piazza Nettuno e piazza Maggiore - rispettivamente alle 17.30 e alle 18.30 sono in programma i presìdi di Anpi e Cgil (assieme ad alcuni esponenti di LeU e Pd) e di sigle antifasciste.

Le prime avvisaglie si sono avute in mattinata. E' mezzogiorno quando il collettivo Hobo irrompe a Palazzo d'Accursio e srotola uno striscione: "Consiglio comunale complice dei fascisti", prontamente rimosso dai vigili urbani, ma che ribadisce l'obiettivo dei manifestanti: l'appuntamento elettorale di Forza Nuova.

Non passa nemmeno un'ora e la scena si sposta in piazza Galvani, in linea d'aria sono meno di 200 metri. E' quello il luogo dal quale in serata, dopo le 19.30, parlerà Roberto Fiore. Sono una settantina i membri di vari collettivi bolognesi che occupano la piazza, mentre sono già presenti poliziotti e mezzi blindati. "Oggi è la nostra Resistenza", gridano i manifestanti prima delle cariche. Per Crash "la provocazione di Fiore è gravissima, noi diciamo no alla violenza fascista".

"Non è vero che tutti devono parlare", dice Christopher, a nome di Làbas e Tpo, replicando al prefetto. Matteo del Nodo sociale antifascista ringrazia "chi ha risposto al nostro appello". Alessandro di Vag61 ricorda "che questi personaggi sono gli stessi che hanno intonato 'Boia chi molla sulla Porrettana" e che hanno rivendicato l'attentato di Traini a Macerata". Per Andrea di Xm24 "stiamo perdendo la memoria storica. Adesso viene pure Fiore a fare una campagna elettorale di violenza". E infine Angelo del Cua: "Ci sono anche gli universitari, impediamo il comizio di Fiore".

Alle 14.05, si diceva, scoppia il caos. Partono le cariche della polizia che cerca di respingere i manifestanti fuori dalla piazza. Volano anche alcune manganellate, ci sono dei feriti; colpita alla mano da un manganello anche una giornalista del Corriere di Bologna che stava documentando la scena con lo smartphone. Gli agenti allontanano i centri sociali verso via Farini e piazza Cavour. Il traffico va in tilt, il centro si rivela militarizzato: i mezzi blindati sono forse una ventina, e ci sono anche gli idranti. I manifestanti proseguono in corteo e arrivano al sacrario dei caduti in piazza Nettuno, dove poco dopo è atteso il presidio di Anpi e Cgil. Dalla piazza i centri sociali esprimono solidarietà all'attivista del Cua arrestato proprio stamattina con accuse legate, riferisce lo stesso collettivo, alla manifestazione di sabato scorso a Piacenza. La città resta col fiato sospeso: molto deve ancora accadere.

Duro il commento di Matteo Salvini, leader della Lega. "Faccio un appello a Bologna - ha detto - città dotta, dei poeti, dei cantautori: non fatevi rappresentare da questi 20 figli di papà che non sono antifascisti. Chi usa la violenza per fare politica è un fuorilegge". Meno provocatorio, ma altrettanto duro, Piero Fassino, del Pd: "È inaccettabile compiere azioni violente rivendicandole come azioni di Resistenza. Nessun atto violento ai danni di una assemblea democratica (il riferimento è all'irruzione in Comune, ndr) o contro le forze dell'ordine può essere comparato alla storia delle Resistenza. Chi compie questa indegna forzatura non conosce i valori stessi della Resistenza e violenta la storia del nostro Paese".

Di tenore opposto, a sinistra, i commenti di Prc e Liberi e Uguali: "La nostra solidarietà agli attivisti antifascisti caricati dalle forze dell'ordine a Bologna, città Medaglia d'oro della Resistenza - sostiene il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo -.  E' vergognoso che Minniti reprima gli antifascisti con la
violenza e lasci invece che xenofobi, neonazisti e neofascisti possano esprimere le loro opinioni: continuiamo a ripetere che il fascismo non è un'opinione come le altre". Per Giovanni Paglia, di Liberi e Uguali, "occupare una piazza per impedire che possa essere usata dai fascisti è un preciso dovere di ogni buon democratico. E assurdo che si utilizzino le forze dell'ordine per cacciare a manganellate gli antifascisti e consegnare lo spazio a Forza Nuova".