CasaPound inarrestabile: apre a Roma 104ma sezione a un passo da Acca Larentia
Inaugurata la nuova sezione a pochi metri dal luogo della strage di Acca Larentia, tempio dell'estrema destra e pagina dolorosa della Storia d'Italia
CasaPound è inarrestabile. I successi elettorali a Lucca e a Ostia, il tourbillon mediatico seguito alla testata di Roberto Spada a Daniele Piervincenzi, gli exploit televisivi del segretario nazionale e candidato premier di CP Simone Di Stefano, hanno infuso nuova linfa alla tartaruga frecciata, che - come nel famoso paradosso di Zenone - sta procedendo ancor più spedita del mitologico Achille piè veloce.
In Via Evandro 12 a Roma, nel quartiere Appio Latino, si è inaugurata ieri con tantissimi partecipanti la 104ma sede di CasaPound in Italia. Un numero impressionante, in un Paese in cui le sedi degli altri partiti chiudono progressivamente fino a svanire. E impressionante è l'età dei presenti all'evento, una marea di ragazzi e ragazze giovanissimi composti e compiti, che si discostano totalmente dallo stereotipo del "fascio", per dirla alla romanesca. Fra il numeroso pubblico, compare Luca Marsella, reduce dall'ottimo risultato a Ostia che gli ha permesso di entrare in consiglio municipale, e la compagna Carlotta Chiaraluce, la più votata nella Storia del Municipio X. Placate le polemiche perlopiù strumentali su presunti legami con Roberto Spada, Luca Marsella si appresta a presenziare al primo consiglio post-elettorale a Ostia, nel quale ci promette di stare costantemente dalla parte dei cittadini e di battersi per difendere le loro istanze. Marzio Compagnoni, coordinatore di CasaPound per il VI Municipio, è contentissimo dell'apertura della nuova sede e spera di aprire "una nuova trincea" anche nel suo territorio, "in preda al degrado più totale tra aumento della delinquenza e microcriminalità incentivata dalla politica accogliente. Il mio obiettivo" conclude, "sarà quello di portare la bandiera della Tartaruga Frecciata anche nel VI Municipio".
Tra la folla di simpatizzanti di CPI accorsi all'inaugurazione, ecco spiccare Mauro Antonini, imprenditore di 38 anni, responsabile di CasaPound per la Regione Lazio e candidato alla presidenza di quest'ultima alle prossime elezioni. Brillano gli occhi a "Mauretto", come lo chiamano affettuosamente camerati e militanti: "L'apertura di questa nuova sede ha un significato soprattutto storico", dichiara emozionato, "qui a pochi passi avvenne la strage di Acca Larentia, e dopo quasi quarant'anni l'eco di quell'evento è ancora udibile in queste strade". Mauro ci porta nel luogo dell'uccisione di Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, giovanissimi militanti di estrema destra uccisi, i primi due, dall'azione di un commando di cui, a distanza di tutti questi anni, non si conosce ancora l'identità e il terzo dalla pallottola di un carabiniere durante i tafferugli scoppiati poche ore dopo l'iniqua strage.
Mauro ci indica il punto in cui si allargava la pozza di sangue in cui era riverso il giovane Bigonzetti e le scalette su cui fu freddato l'altrettanto giovane Ciavatta, stroncati dalle pallottole di una mitraglietta Skorpion, un'arma maledetta le cui misteriose e rocambolesche vicissitudini meriterebbero un articolo a parte. Il candidato Presidente di Regione ci racconta della famosa "cicca" gettata accidentalmente nella pozza di sangue di Bigonzetti, gesto che scatenò la rivolta tra i camerati giunti da ogni dove per piangere - increduli - la morte dei due ragazzi. Gesto che portò poi all'uccisione del terzo, Stefano Recchioni.
Ci apre poi le porte della storica sede, tappezzata di fotografie dei tre ragazzi la cui morte definì lo spartiacque storico delle lotte politiche degli anni Settanta in Italia, e che secondo Francesca Mambro fu il "punto di non ritorno", quello che spinse alcuni militanti di estrema destra ad armarsi per non essere più "carne da macello". Nella sede storica sono in riunione i ragazzi del Blocco Studentesco, il movimento giovanile che fa capo a CasaPound, hanno la stessa età di Bigonzetti, Ciavatta e Recchioni e gli stessi visi non ancora segnati dal tempo e dalla vita, una vita stroncata senza un perché (e senza un colpevole) nel caso dei tre giovani nelle fotografie incorniciate.
Con Mauro, sua moglie e la figlioletta di venti mesi, facciamo qualche passo e torniamo nella sezione appena inaugurata dietro l'angolo. Nell'atmosfera festosa traspaiono le grandi ambizioni di prossimi successi elettorali nelle tre consultazioni che attendono CasaPound: quelle per l'Ottavo Municipio devastato dai disastri grillini, quelle per le politiche con Simone Di Stefano candidato alla Presidenza del Consiglio e le regionali del Lazio dove Mauro Antonini è guardato con molto interesse. La serata si sta chiudendo: nessun saluto romano, niente inni alla violenza, ma pacche sulle spalle e abbracci tra militanti, simpatizzanti e dirigenti. Una vecchina residente nel quartiere passa di lì con il canuccio al guinzaglio e si ferma incuriosita dalla folla sul marciapiede. "A me stanno simpatici 'sti ragazzi, ho sempre votato a sinistra, ma com'è che questi de CasaPon (sic!) aprono le sezioni e la sinistra le chiude?". Voterà per loro? le domandiamo. "Senz'altro ce faccio un pensierino, e me sa che nun so' l'unica, sa?". Già, "ce sa" pure a noi.