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Politica
Caso Verdini: la sinistra perde il pelo ma non il vizio

La Lega: “Vengano a riferire Toninelli e Giovannini”

 

La vicenda giudiziaria, partita nel 2017, che riguarda Denis Verdini e suo figlio Tommaso è servita per detonatore alla solita sinistra che cerca altre strade per tornare al potere dopo averlo perso alle urne.

E così ad Elly Schlein e Giuseppe Conte non è parso vero di poter scartare questo inaspettato “regalo di Natale” e ci si sono gettati con la solita ingordigia e la solita faccia tosta bronzea che li caratterizza.

Ma non si tratta di infierire sul padre e il figlio ma di spostare immediatamente il riflettore sul bersaglio grosso che in questo caso è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché vicepremier, Matteo Salvini.

Una vicenda complicata che riguarda l’Anas che riferisce al dicastero di Porta Pia, ma vi riferiva pure prima dei fatti, anzi quando la storia è cominciata c’erano altri ministri, ed infatti il deputato leghista Igor Iezzi alla domanda dei Cinque Stelle rivolta al ministro Salvini di riferire in Parlamento ha risposto: “Dovrebbero riferire Danilo Toninelli ed Enrico Giovannini che hanno nominato il presidente di Anas”.

Quindi una vicenda che potrebbe rivelarsi un boomerang per gli attuali masanielli che hanno fiutato la vittima sacrificale.

Come l’hanno fiutata certi ambientalisti che –se ci si permette il gioco di parole- “puntano al ponte” e cioè siccome l’Anas è pienamente coinvolta nel progetto sul Ponte di Messina non gli è parso vero di poter fare un po’ di casino.

Ma il problema non è la vicenda giudiziaria che farà il suo corso, come sempre. Il problema è un certo atteggiamento demagogico e pericolosissimo che in Italia non passa mai e cioè quello di fare i processi sui media, specificatamente sui social, dove un esercito di beoni pascola allegramente evitando di andare al bar dello Sport per ammollare le loro stupidaggini e sfogare il livore, magari per le corna della moglie o per il capo ufficio che li tratta male.

Umberto Eco, che certo non era di destra, ebbe a dire che Internet aveva appunto sdoganato un esercito di imbecilli.

Quindi il meccanismo della gogna mediatica alimentata dalla sinistra, che ricordiamolo controlla a livello mondiale la Rete, vedi Wikipedia, è quello di provocare la vittima individuata per poi dare in pasto ad un esercito di zombie, la reazione. E spesso dietro l’anonimato si nascondono gli stessi “giornalisti” che poi si assicurano i loro cinque minuti di popolarità.

Ora Giuseppe Conte e Mario Draghi, e non altri, a maggior ragione dovrebbero venire in Parlamento a spiegare agli italiani del perché della nomina.

Passare la patata bollente all’ultimo arrivato non è un bel modo di procedere.

Questo per dire che –fino a prova contraria- Toninelli, Giovannini, Conte e Draghi non c’entrano probabilmente niente come non c’entra a maggior ragione Salvini, che è appunto l’ultimo arrivato e queste persone erano in Anas da anni.

E poi torniamo agli effetti pratici dell’accanimento. Il Ponte è un’opera che si cerca di costruire dai tempi dei romani ed ora finalmente sembra che il progetto decolli: consigliamo ai verdi di guardare più dalle parti di Soumahoro che da quelle di Salvini. Anche se fare sciacallaggio è più facile che utilizzare motivazioni arabesche, come il fatto che i pesci sarebbero disturbati dai riflessi del sole dei piloni.

Sono argomentazioni che danneggiano, tra l’altro, proprio la lotta ecologica. Buon anno a tutti.

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