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Berlusconi in mano alle correnti. La mappa del potere in Forza Italia


Ignazio La Russa lo ha spiegato benissimo su Affaritaliani.it (leggi qui): o si trova un accordo su Roma, con Bertolaso che si fa da parte e Forza Italia che converge sulla Meloni, o liberi tutti nelle altre città (tranne Milano). Tradotto: niente accordo nemmeno a Torino, Bologna e Napoli. Il pallino è nelle mani di Silvio Berlusconi, che deve decidere se dare la mazzata forse finale al Centrodestra o se sacrificare l'ex capo della Protezione Civile per salvare la coalizione.

Il problema è che gli azzurri sono lacerati al loro interno. Antonio Tajani, leader a Roma, spinge addirittura per un sostegno ad Alfio Marchini, nel caso ci fosse un dietrofront di Bertolaso, cosa che comporterebbe un'ulteriore frattura con Lega e Fratelli d'Italia. C'è poi il potentissimo 'cerchio magico', ovvero il trio Bergamini-Rossi-Pascale, che non intende cedere di un millimetro e che punta esplicitamente alla rottura con Salvini e Meloni per poi rilanciare un dialogo al centro con Alfano e ipotizzare un ritorno verso il premier riesumando il Patto del Nazareno.

Sul fronte opposto ci sono altri colonnelli azzurri, in primis Giovanni Toti (che da presidente della Regione Liguria governa con Lega e Fdi) ma anche Renato Brunetta, che in caso di rinuncia di Bertolaso vorrebbero ricucire con il Centrodestra appoggiando la Meloni nella Capitale. In mezzo, con una posizione di equlibrio e di dialogo continuo, ci sono Paolo Romani, capogruppo al Senato intervistato lunedì da Affaritaliani.it, Altero Matteoli, responsabile per gli azzurri del tavolo delle Amministrative, e Maria Stella Gelmini (che essendo lombarda tenta di esportare la soluzione Milano - tutti uniti su Stefano Parisi - anche nel resto d'Italia). Il punto è cosa deciderà di fare l'ex Cavaliere.

Fonti di Forza Italia, sia dal fronte 'leghista' sia da quello neutrale, restano pessimisti e temono che alla fine, se proprio Bertolaso dovesse farsi da parte, a vincere sarebbe la linea dura del 'cerchio magico' convergendo quindi su Marchini. Cosa che segnerebbe - dicono da Fratelli d'Italia - davvero la fine del Centrodestra. C'è da dire, però, che Toti ha comunque una certa influenza sull'ex premier e non è da escludere, anche se le probabilità non superano il 25%, che alla fine Berlusconi con un colpo di scena decida, "per il bene della coalizione", di convergere sulla Meloni. Ma prima, ovviamente, deve esserci il passo indietro dell'ex numero della Protezione Civile.

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centrodestra romacentrodestra salvini meloni berlusconi





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