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Politica
Cernobbio, Mattarella critica le piattaforme di streaming: "Più regole, non oggetti nelle loro mani"

Francesco Cossiga Sergio Mattarella

Mattarella: “Regole per gli Ott, cittadini non possono essere oggetti nelle loro mani"

Completare il mercato dei capitali, le transizioni verde e digitale affrontare le questioni della pace e della difesa, rispondere alle domande di competitività, dettare regole per i grandi gruppi informatici affinché i cittadini non siano oggetti nelle loro mani, nonché il tema della intelligenza artificiale: sono tutti capitoli necessari se non indispensabili. Eppure forse non basta. Non bisogna avere paura delle riforme, di guardare avanti, di immaginare un’Europa sempre più perfezionata nella sua architettura e sempre più inclusiva di quei popoli, come quelli dei Balcani occidentali, che aspirano da tempo di partecipare a questa avventura”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, collegandosi in videoconferenza in occasione del Forum Ambrosetti di Cernobbio.

Analizzando le sfide che l’Italia e l’Europa si trovano ad affrontare in questa fase storica il Capo dello Stato ha sottolineato alla “necessità di non pretendere di affrontare le sfide della contemporaneità con l’atteggiamento di chi pensa di avere già visto tutto e, dunque, ritiene che rivolgere lo sguardo al passato basti per trovarvi ogni soluzione. Lo sguardo – ha detto – va rivolto al futuro”.

Mattarella alla Cossiga piccona l’Ue da Cernobbio

Sergio Mattarella sceglie il Forum Ambrosetti di Cernobbio per sferzare l’Unione europea. Una novità: sia perché il capo dello Stato solitamente preferisce lanciare i suoi moniti fra le righe, mai con dichiarazioni esplicite; sia perché Mattarella ha sempre avuto un approccio dialogante e mai conflittuale con le istituzioni europee. 

Almeno in questi nove anni di presidenza della Repubblica. Mattarella in versione Francesco Cossiga, il “picconatore” che dal Quirinale colpiva senza freni, questa volta cambia il registro e non esita a picconare anche Francia e Germania, che godono di un tasso di interesse minore per ripagare i propri debiti.

L’inquilino del Quirinale nel suo intervento ha voluto mettere dei punti fermi: l’Europa è “incompiuta”; l’Italia paga i suoi debiti perché è un debitore “onorabile”.

Guarda qui l’intervento del capo dello Stato

Mattarella ricorda le "recenti lucide scelte dalla commissione von der Leyen a seguito della pandemia". Si tratta di "scelte di discernimento significative" sfociate nelle "politiche coraggiose sul debito con Next Generation Ue".

Facendo proprio l’appello di Mario Draghi che ha invitato gli stati membri a cambiare marcia per rimanere competitivi con Usa e Cina, Mattarella è convinto che “non bisogna avere paura delle riforme, di guardare avanti, di immaginare un'Europa sempre più perfezionata nella sua architettura e sempre più inclusiva di quei popoli, come quelli dei Balcani occidentali, che aspirano da tempo di partecipare a questa avventura".

"La storia - prosegue Mattarella - dell'integrazione europea, a partire dal dopoguerra, dalla comunità per il carbone e l'acciaio, con la vitalità delle forze culturali, sociali, economiche dei diversi Paesi, sta a testimoniare come un quadro di libertà, giustizia sociale, aspirazione alla pace, esprima valori destinati a prevalere sui disvalori dell'egoismo, della contrapposizione, del razzismo, della violenza, dell'odio, della guerra". "Con fermezza, con determinazione, proseguiamo su questa strada", conclude.

Sul debito il capo dello Stato ricorda che abbatterlo è una "necessità ineludibile" e rammenta che "sul fronte del debito l'Italia ha pagato più interessi di quelli pagati insieme da Francia e Germania, eppure è un pagatore affidabile" e spiegando che l'andamento dei tassi "è un termometro opinabile". "Molta strada resta - sottolinea - da fare per dare razionalità a un mercato dei titoli pubblici che tenga conto anche della situazione della ricchezza delle famiglie". "Una dimensione europea – prosegue - potrebbe costruire verità. Non un invito a trascurare il debito, che è necessario abbattere, ma invito a completare l'edificio finanziario europeo".

“Solo con una riforma del sistema finanziario europeo si potrebbe avere la verità sull’affidabilità dei conti pubblici dei paesi membri”. Mattarella alza uno scudo sulla solidità economica del nostro Paese. "Recenti studi hanno evidenziato come nel 2023 l'Italia a fronte di un debito di 2.863 miliardi di euro e un ammontare di debito di Francia e Germania che sommati valgono quasi il doppio, il nostro paese ha pagato di interessi poco meno degli altri due paesi. Il motivo come e' noto e' il diverso tasso di interesse" spiega il capo dello Stato alla esperta platea del Forum Ambrosetti.

"Eppure l'Italia e' un debitore onorabile" garantisce il presidente della Repubblica - con una storia trentennale di avanzi statali primari annui e un debito pubblico cresciuto in larga misura dal 1992 a causa in larga misura proprio degli interessi". Per Mattarella "e' evidente che molta strada vada sia da fare per dare razionalità a un mercato dei titoli pubblici che trascura temi come il rapporto debito pubblico-ricchezza finanziaria netta delle famiglie".

Da qui il dubbio, che e' quasi una stoccata: "Il termometro della percezione dei mercati sull’affidabilità di un paese può rivelarsi quanto meno opinabile. Una dimensione europea potrebbe restituire verità. "Attenzione - chiarisce il presidente della Repubblica - il mio non è un invito a trascurare il debito, sono pienamente consapevole dell'esigenza ineludibile di abbatterlo, si tratta di un invito a procedere su una strada che assuma con precisione i fondamentali dell'economia come criterio e insieme a completare l'edificio finanziario europeo in maniera più rassicurante per tutti, ponendovi mano sollecitamente".

"Le critiche rivolte al progetto europeo lo vogliono, di volta in volta, come una mera utopia consolatoria, frutto delle sofferenze della seconda guerra mondiale, oppure lo definiscono talvolta come espressione funzionale di un passo ulteriore del modello di sviluppo proprio alla globalizzazione capitalistica internazionale", dice ancora Mattarella.

"L'eredità dei passi che sono stati compiuti - prosegue - può essere riassunta - a badare al dibattito contemporaneo presente in alcuni Paesi europei - tra la considerazione dell'appartenenza all'Unione come un vincolo, talora soffocante, per coloro che vi hanno aderito, oppure come un'opportunità, forse l'unica per il nostro continente, collocato in un mondo - i Brics insegnano - fatto sempre più di giganti. Sovente i critici omettono due aspetti: anzitutto l'Unione europea è il primo esercizio di questa natura caratterizzato dalla partecipazione diretta dei popoli alle decisioni; inoltre, le scelte che, talvolta, sono oggetto di polemiche a livello locale - sconcertanti quando derivano da protagonisti che han preso parte a questi passaggi - sono il frutto non di normative imposte da oscuri poteri, bensì sono concordate in sede comunitaria tra i governi nazionali, la Commissione, il Parlamento Europeo, con procedimenti partecipati e trasparenti".

 






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