Politica
Consultazioni, Mattarella: nessuna intesa per formare il governo. Serve tempo
Consultazioni, Di Maio: "Lega e Pd nostri interlocutori"
"A oggi non si registra nessuna possibilità per formare il nuovo governo". Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella poco dopo le ore 17,30 chiude la due giorni di consultazioni al Quirinale con i partiti per tentare di saldare alleanze e creare intese per formare l'esecutivo. "Servirà più tempo ai partiti come loro stessi mi hanno chiesto, e servirà più tempo anche a me per valutare", continua Mattarella, che conferma che "la prossima settimana convocherà un nuovo ciclo di consultazioni per verificare la possibilità di intese che al momento non si registrano".
L'ultimo suo interlocutore era stato Luigi Di Maio che ha esplicitamente 'chiamato' Lega e Pd a collaborare con lui, e chiuso a Fi. "Un contratto di governo si può sottoscrivere o con la Lega o con il Pd. Questi sono i due interlocutori, ed è chiaro che sono due soluzioni alternative". Il capo politico del M5s parla a lungo dopo l'incontro col presidente. "Noi proponiamo a quelle due forze politiche un contratto sul modello tedesco perchè si impegnino di fronte agli italiani sulle cose da realizzare" argomenta Di Maio "noi non siamo né di destra né di sinistra e quindi possiamo interloquire con coloro che vogliono fare le cose e migliorare la vita degli italiani". "Non ho mai voluto spaccare il Pd, nè il centrodestra" garantisce il capo M5s, sottolineando comunque che il suo partito 'ha ottenuto 11 milioni di voti', tanto per sottolineare chi avrebbe più diritto di parola. "Le mie aperture sono sincere, ho parlato con tutti" e però staffila il centrodestra nel suo insieme, silurando Forza Italia: "Io non riconosco la coalizione" dice Di Maio, "perchè le forze politiche che ne facevano parte proponevano 3 diversi candidati premier e si sono presentate divise per le consultazioni". Inoltre "hanno idee totalmente opposte sul M5s ed è per questo che noi ci rivolgiamo solo alla Lega, come ci rivolgiamo al Pd nella sua interezza".
Matteo Salvini si dichiara "autoesploratore", davanti al muro contro muro, e perfino allo stesso Silvio Berlusconi che poco prima al Quirinale aveva risposto picche alla pregiudiziale anti Forza Italia dei 5Stelle. Apre ufficialmente a Luigi Di Maio, e con tutto il centrodestra. "Non ci vuole uno scienziato per capire che altre soluzioni sarebbero improvvisate". Annuncia: "Avrò dei contatti con tutti nei prossimi giorni, anche formali per trovare una soluzione". In primo luogo con Di Maio. "Se non si trova una quadra non resterebbe che tornare alle urne, una prospettiva che non auspichiamo ma che non temiamo".
Salvini prova a mediare, è pronto a fare "un passo di lato" rispetto al ruolo di premier, e vuol presentarsi in Parlamento "soltanto quando avremo numeri certi". Il leader della Lega spiega che con Mattarella "è stato un incontro molto positivo, molti sono venuti qua a dire di no, noi abbiamo offerto dei sì". Lancia l'invito a Di Maio ma le distanze ci sono e restano. "Lavoriamo - dice - per un governo che duri cinque anni, non un governo raccogliticcio, a tempo, che parta dalla coalizione di centrodestra che ha vinto le elezioni e che coinvolga il Movimento Cinque Stelle". Il leader della Lega chiama però Di Maio a rinunciare alle "impuntature, alle posizioni di partito", allo scontro "premier sì, premier no, premier forse", chiede di "smussare gli angoli a chi almeno a parole non intende arretrare". Per un governo che si occupi di pensioni, lavoro, immigrazione, rilanci le autonomie. "E per riportare il nostro paese a contare Bruxelles, non al rimorchio come è stato in questi anni di governo con il Pd. Macron e Merkel hanno già fatto troppi danni". Spero, dice, "di essere io il premier a rappresentare il nostro paese nelle tante importanti scadenze che ci aspettano".
Silvio Berlusconi rispedisce al mittente il veto di Di Maio nei suoi confronti. È pronto ad alleanze, ma partendo dal centrodestra e da Salvini premier. E lancia un attacco molto duro contro i 5Stelle. "No a governo del populismo, dell'odio, del pauperismo, del giustizialismo". Si dichiara contro ipotesi di governo che potrebbero portare l'Italia fuori dall'Europa, che "non perdonerebbe dilettantismi e improvvisazioni", che quindi " portebbero alla crisi, alla chiusura di aziende, al fallimento delle banche". Il leader di Forza Italia è pronto, per mettere insieme una maggioranza, al confronto ma su un governo "non a tempo", che affronti "le urgenze", le emergenze che il Paese ha di fronte, e con "soluzioni di alto profilo". Insomma, irricevibile anche l'ipotesi di far entrare una squadra low profile, di ministri solo di area Forza Italia per tentare di aggirare i niet di Di Maio. Siamo al muro contro muro.
Berlusconi è entrato con le capigruppo Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini, Maurizio Martina ne è uscito dallo Studio alla Vetrata, dopo aver inaugurato la seconda giornata di consultazioni al Quirinale. "Il Pd vuol restare all'opposizione, come forza di minoranza, e sfida centrodestra e M5S ad avanzare una proposta di governo". Così dice il segretario dei democratici al presidente Mattarella, esprimendo la linea di tutto il partito. Posizione netta, anche se al Nazareno le valutazioni restano diverse ma probabilmente solo in un secondo momento, a partire forse dal secondo giro di consultazioni, potranno emergere ufficialmente. "L'esito elettorale negativo non ci consente di formulare ipotesi di governo che ci riguardino", dice Martina. Invece, "è emersa una potenziale maggioranza" nelle scelte istituzionali appena fatte, e che "sono state compiute senza di noi". Vedi esclusione da nomina questori per gli uffici di presidenza Parlamento. Ma finora questa potenziale maggioranza "si e' comportata come se fosse il secondo tempo della campagna elettorale: farebbero bene queste forze a tornare con i piedi per terra, visto che nelle proposte che sentiamo avanzare vorrebbero unire tutto e il contrario di tutto". Martina ha presentato al capo dello Stato un programma in 4 punti, che comprende fra l'altro un raddoppio delle risorse per il reddito di inclusione, ma sempre nel rispetto per il risanamento dei conti pubblici, che "deve continuare". E qui un nuovo attacco a Lega e 5Stelle, "sentiamo proposte pericolose" rispetto appunto al quadro economico.