Politica
Conte ("Giuseppi") non può dirlo, ma è felice dell'arrivo di Trump al potere. In chiave anti-Pd
La svolta Usa non fa felice soltanto Salvini e la destra
Conte pronto a sfruttare la fine della guerra in Ucraina per 'rubare' consensi di sinistra al Pd
Sono passati diversi anni da quel famigerato tweet di Donald Trump, nel suo primo mandato, quando definì il presidente del Consiglio di allora "Giuseppi", storpiando il nome di Giuseppe Conte, allora presidente del Consiglio, che sottolineava l'ottima intesa tra l'inquilino della Casa Bianca e l'attuale leader del Movimento 5 Stelle. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e i 5 Stelle sono cambiati, ha cacciato Beppe Grillo e si sono definiti progressisti. Quindi, in teoria, non fanno parte di chi oggi, come Matteo Salvini e tutte le destre europee, esultano per il ritorno del tycoon al potere negli Stati Uniti.
Eppure Conte, situazionista e abile a sfruttare ogni opportunità politica, non si scaglia contro Trump e i pericoli per l'Unione europea e l'Italia come hanno fatto praticamente quasi ogni giorno Elly Schlein, tutti gli esponenti del Pd e la sinistra di AVS. Il motivo c'è ed è tutto politico-elettorale. Tattica e strategia. Come è noto il M5S sono mesi che chiede di non inviare più armi all'Ucraina e di cercare un vero dialogo con Vladimir Putin mentre i Dem, con qualche mal di pancia, votano sempre compatti a favore del sostegno a Kiev e a Zelensky. Così come avrebbe fatto la loro candidata Kamala Harris se fosse diventata la prima donna presidente degli Usa.
E quindi a questo punto se davvero, non immediatamente, il tycoon riuscisse a riaprire il canale di dialogo con il Cremlino a congelare il conflitto, anche riducendo gli aiuti militari all'Ucraina, arrivando poi alla fine della guerra, per Conte sarebbe un vero e proprio trionfo. A quel punto sbandiererebbe all'elettorato di sinistra e pacifista, ma anche popolare che subisce la mazzata del caro bollette di gas ed energia elettrica, che la sua era la posizione corretta da tenere e non quella di Schlen al traino di Macron, Scholz, von der Leyen e Biden.
E in chiave elettorale, non tanto in vista delle prossime elezioni regionali dove si sa che il M5S è sempre debole, ma in prospettiva per le Politiche e per i rapporti di forza nel campo largo o Centrosinistra la pace tra Kiev e Mosca sarebbe un cavallo di battaglia che Conte sfrutterebbe al massimo per cercare di sottrarre consensi di sinistra e a sinistra al Pd. Proprio oggi che Schlein è sotto attacco dai moderati come Paolo Gentiloni e Romano Prodi per essere troppo di sinistra. "Giuseppi" è furbo e calcola bene le mosse, per questo non spara su Trump, anche se non lo elogia (ovviamente non può farlo come Salvini), ma attende il momento opportuno per affondare il colpo contro il Pd e cercare di risalire rubando a Schlein voti di sinistra.
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