Politica
Covid, mascherine, Oms, Arcuri: lo zampino del "volpino" D'Alema...
La rete di relazioni del mai domo Massimo D'Alema è ancora estesa e non scalfita dal suo apparente disinteresse rispetto al tran-tran della politica
Massimo D’Alema c’è, anche quando non si vede. Il bernoccolo dell’eminenza grigia, seppur esercitato in trame e strategie il più delle volte rivelatesi fallimentari, non lo ha perso. Anzi, forse lontano dalle cariche nei Palazzi lo ha allenato ancora di più. La volpe del Tavoliere, per citare una definizione che gli cucì addosso Luigi Pintor, è sempre a caccia di un grappolo d’uva. E non si arrende, come nella famosa favola di Esopo. Sì, oggi la viticoltura in senso letterale è importante per Baffino: infatti da “pensionato di campagna”, come si è autodefinito, produce vini nella sua azienda di 15 ettari, 6,5 coltivati a vigneto, tra Narni e Otricoli, in provincia di Terni. Eppure, l’ex lider maximo ha accresciuto sempre più il suo fiuto per gli affari. E così continua ad avere le mani in pasta.
Galeotta la furia rottamatrice di Matteo Renzi? In parte sì (anche se, a ben guardare, il rottamatore nulla ha potuto per impedire a D’Alema di candidarsi con Leu per le politiche del 2018). Sta di fatto che l’ex titolare della Farnesina nel governo Prodi ha dovuto in qualche modo reiventarsi: di qui questa sorta di protagonismo alternativo, un’impresa di sicuro alla sua portata grazie anche all’enorme bagaglio di relazioni internazionali su cui contare. E così accanto alle capacità di riconoscere le caratteristiche organolettiche dei vini, D’Alema ne ha sviluppate di altre. Ed ecco che il nome dell’ex ministro degli Esteri salta fuori pure tra le pieghe della cronaca sulla gestione della pandemia. Come ha rivelato La Verità, infatti, la società cinese che ha venduto all'Italia 140 ventilatori polmonari, rivelatisi poi non a norma e quindi ritirati dalla Regione Lazio, è legata a un think tank, cinese anch’esso, che ha ai vertici proprio D'Alema. Non solo, ma sempre secondo il quotidiano guidato da Maurizio Belpietro, sarebbe stato sempre l’ex ministro degli Esteri a rassicurare il fornitore sull'acquisto dei dispositivi.