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Politica
M5S, Crippa punta alla fronda interna. C'è chi ha fatto carriera così...
Davide Crippa (M5S)

Davide Crippa si è dimesso da capogruppo alla Camera del Movimento Cinque Stelle 

“Uno spettro si aggira per l’Europa” … il comunismo? direbbe qualche seguace di Marx ed Engels, no, non si tratta di questo, ma di Davide Crippa che si è dimesso da capogruppo alla Camera del Movimento Cinque Stelle.

L’ingegnere ambientale di Novara ha avuto un sussulto ritardato visto che tale decisione viene a una settimana dal voto di fiducia a Mario Draghi che però ha prodotto le sue irrevocabili dimissioni per motivi ancora non pienamente chiari.

E poiché in questo periodo c’è un gran via vai di deputati, senatori, fanti lesti, consiglieri comunali, provinciali (ora “metropolitani”), regionali, municipali e condominiali è altresì legittimo che qualche dubbio possa sorgere e che questa decisione, comunque di una certa rilevanza istituzionale, possa essere, come dire agevolata dai grandi movimenti di generali senza truppe a cui assistiamo in questi giorni convulsi e afosi.

In pratica uno spettro no, ma uno spettrino per Pomigliano d’Arco in effetti si aggira.

Il “partitino” di Luigi Di Maio Insieme per il futuro ha qualcosa, nei sondaggi, vicino allo zero virgola zero, insomma roba da far intervenire direttamente la meccanica quantistica per le piccolezze infinitesimali in gioco.

Però quando si è disperati tutto fa brodo, anche il miraggio e la lusinga di qualcosa che non esiste e non esisterà mai, visto che mancano meno di due mesi alle elezioni e pensare che “Giggino ‘a cartelletta” cacci fuori soldi e attributi è più esercizio vicino alla fantascienza che alla realtà.

Però non crediamo che questo sia l’obiettivo di Crippa.

Analizzando bene quanto ha dichiarato il dimissionario ingegnere si capisce invece un’altra strada, che è poi la seconda ben nota nei manuali di sopravvivenza politica, e cioè quella della sempre verde “opposizione interna”.

C’è gente che c’ha fatto carriera con questa mossa.

Ad esempio Andrea Orlando, Matteo Orfini e Peppe Civati, i nuovi “Giovani turchi” che “ricattarono” per benino Matteo Renzi, vincitore della segreteria del Pd, per farsi fare ministri.

Uno, Orlando, il ministro lo fa ancora.

Ecco, Crippa potrebbe avere in mente qualcosa di simile ai Giovani turchi, che in questo caso sarebbero “draghiani” ma furbescamente non dimaiani, in modo da lucrare qualcosa sia nel Movimento che eventualmente da IpF, ammesso per puro caso sopravviva.

Insomma, roba già vista e codificata in trattati e trattatelli da basso impero.

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