Politica

Delega fiscale, Gusmeroli: "Alcuni decreti pronti in pochi mesi". Intervista

Di Alberto Maggi

"I dipendenti potranno dedurre le spese per la produzione del reddito"

L'obiettivo è arrivare a tre aliquote, quali secondo lei?
"Come dicevo, il contributo della Lega a questa delega è stato fondamentale e la riduzione delle aliquote IRPEF rientra nell’ottica della semplificazione e della riduzione della tassazione con particolare riferimento al ceto medio. Bisogna dare un segnale netto al Paese, che segni finalmente un’inversione di rotta e un primo risultato. La strategia, ovvero la visione di lungo periodo, è la novità strutturale di questo testo: le modulazioni di aliquota saranno conseguenti. Un altro esempio è quello della mini flat tax, fortemente voluta dalla Lega, per fatturati sino a 85.000 euro ma con fuoriuscita a 100.000 euro, con un’aliquota unica al 5% per i primi cinque anni e al 15% per i successivi: un ulteriore passo verso la flat tax, che è l’obiettivo finale della legislatura".

Chi saranno i principali beneficiari della riforma del sistema fiscale?
"Tutti, specialmente le fasce più deboli della popolazione, perché un cambio di passo che sia davvero strutturale non deve lasciare indietro alcuno, in modo particolare chi è più debole. La direzione che questa delega traccia è quella di una concreta razionalizzazione del sistema fiscale italiano, senza patrimoniali o aumenti di tasse sulla casa con riforme catastali non necessarie. Viene anche introdotto il graduale perseguimento dell’equità orizzontale, con no-tax area uguale per dipendenti e pensionati oltre alla già menzionata riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre. C’è poi la possibilità per i dipendenti di dedurre le spese per la produzione del reddito: un provvedimento importantissimo, finalizzato a diminuire le differenze rispetto alla categoria dei lavoratori autonomi. Svoltare verso un sistema semplice e a bassa tassazione, oltre ad aumentare il senso di fiducia nello Stato, consentirà a famiglie e realtà produttive di avere maggiori risorse da spendere, rimettendole dunque in circolo a beneficio dell'intera economia. È l’innesco di un circolo virtuoso. In Italia, come dicevo, per cinque decenni si è andati in senso opposto ma ora è finalmente giunto il momento di cambiare".