Politica

Di Maio all’Europa: "Noi uccidiamo il voto di scambio"

Andrea Lorusso

Il Ministro Di Maio è convinto che l’Europa si salvi soltanto con la pace sociale, per questo v’è il Reddito di Cittadinanza. E non si torna indietro…

Se Matteo Salvini risponde a muso duro ad un follower che lo provocava: “Fai il Ministro degli Interni o lo sbirro?”, con la potenza della sua posizione: “Se ti entrano in casa i ladri chiama Sbirulino o I Fantastici 4”, Luigi Di Maio non è da meno e, nonostante i toni tendenzialmente più smorzati, difende con le unghie e con i denti il Reddito di Cittadinanza che, assicura, eliminerà la povertà assoluta.

Infatti la soglia dei 780 euro mensili per persona, è quella che l’Istat ha stabilito come confino d’emersione in povertà relativa. Non si naviga nell’oro con quelle cifre, ma si sopravvive. Ciò non significa come nella Prima Repubblica soldi a pioggia, contributi dello Stato allegri e case popolari ai più furbacchioni, e nemmeno pensioni d’invalidità per notti magiche ad Ibiza, ma semplicemente dare una dignità al popolo italiano.

Questo Paese è stato capace di elargire negli anni una pensione sociale pari a 453 euro netti mensili ai nostri anziani, e di spenderne 1.200 al mese per migrante, al di là di qualsiasi ragionamento politico, siamo al paradosso dei sensi di proporzione.

Una persona che ha vissuto, studiato, lavorato e contribuito a questa Italia, potrà esercitare uno straccio di diritto nel momento del bisogno? Grazie alla presenza della Lega ch’è stata guardiana affinché il mezzo fosse un aiuto a chi cerca lavoro e non un trastullo per chi poltrisce, codesto sussidio universale mantiene in vita l’onore Nazionale.

Allargando le maglie del ragionamento, Di Maio lo ha osservato per la sua potenziale efficacia contro il voto di scambio, lui, da meridionale, sa bene che una campagna elettorale comunale può costare anche 40-50mila euro. Assurdo ed illogico se si pensa che poi, un gettone di presenza in una cittadina di 70mila abitanti, è di 3-400 euro al mese.

Qualcosa non torna, no? Evidentemente la spesa per adescare neo 18enni e famiglie in difficoltà, è il ricettacolo della mala politica, della mala gestio, e della malavita dei ras locali.

Una persona che verte in disgrazia economica volete che sia attenta ai temi alti, sociali, della comunità? Guarderà alla qualità dei mezzi pubblici, alla pulizia dei giardini, alla vivibilità dei quartieri, o alla propria sussistenza? Non c’è arma migliore di controllo psicologico dell’indigenza. In questo senso, “abolire la povertà”, è molto più che una battuta.