Politica

Di Maio, anche lui "a sua insaputa"

Francesco Storace

Luigi Di Maio, è inutile tentare di minimizzare. Né vale la facile obiezione: “E allora il Pd?”

Si potrebbe tentare di ampliare la platea del reddito di cittadinanza pagandolo in nero. Chissà se ci ha pensato di Maio. O magari potrebbe suggerirglielo il presidente della Camera, Fico. Mettiamola come si vuole, ma questa storia del padre del vicepremier è abbastanza schifosa. Proprio perché maturata in un ambiente dal quale si pretende di fare la morale a tutti, quando non ne appare traccia in casa loro.

Un ministro del Lavoro che viene pizzicato in una storia di lavoro nero per conto paterno può restare al suo posto? Con che faccia gli ispettori del suo ministero potranno chiedere conto ad imprese che saranno sorprese a fare la stessa cosa dell’azienda di famiglia?

È inutile tentare di minimizzare. Ne’ vale la facile obiezione: “E allora il Pd?”. Che da quel partito nessuno possa elevare l’indice accusatore lo sappiamo benissimo; che questo possa rappresentare un alibi per Di Maio stentiamo a crederlo.Levarsi di mezzo è il minimo è il tentativo di chiudere gli occhi è impraticabile.Il moralismo dei Cinque stelle ormai è sempre più messo alla triste prova dei fatti.Dal Corriere della Sera di oggi scopriamo che i contenziosi giudiziari coincidono con la cessione delle quote societarie della ditta del padre a Luigi Di Maio e alla sorella.

Finora la linea di difesa era stata “non ne so nulla”. Fra poco diventerà “a sua insaputa”. Indicategli la porta d’uscita del Ministero del Lavoro.

Intanto Di Battista torna sul caso dal Nicaragua attaccando Boschi e compagnia. Evidentemente non vuole far calare l’attenzione su una questione che mette in difficoltà Di Maio. Preferisce attizzare il fuoco. Si vogliono proprio bene…