Politica
Di Maio: "La libertà di stampa è sacra. Chi parla di dittatura epurò Biagi"

Di Maio: la libertà per noi è sacra ma no a bugie e offese. Fattori (M5s): ora via tutti quelli eletti con noi
Giornalisti: Di Maio, M5s a fianco epurati di destra e sinistra
"Non si puo accusare il Movimento 5 stelle di essere contro la libertà di stampa. Noi abbiamo sempre rilanciato le inchieste dei giornalisti, anche quelle che erano scomode. Durante la campagna elettorale ho ringraziato le Iene per avere scoperto la storia" di qualche "furbetto" che non restituiva lo stipendio, così come abbiamo rilanciato "bloody money", ha aggiunto.
"Abbiamo sempre preso le difese dei giornalisti epurati dalla destra e dalla sinistra: in questo Paese Berlusconi ha avuto la nomea di quello che faceva gli editti bulgari", con Biagi, Luttazzi e Santoro... "poi abbiamo vissuto l'epoca renziana in cui ci sono stati giornalisti (Gabanelli, Floris Giletti..) epurati dalla Rai e mandate via e noi li abbiamo difese queste persone, nonostante molti non pensavano bene di M5s", ha osservato.
Giornalisti: Di Maio, libertà di stampa sacra, no a libertà di dire bugie
"La libertà di stampa e di informazione per noi è sacra". Lo ha detto il vicepremier Luigi Di maio in un video su Facebook. E deve essere tale anche garantire che la stampa sia libera "da tutto e tutti", ma la libertà di stampa "non puo' essere libertà di dire bugie" o "di offendere". L'intervento "mio e di Alessandro (Di Battista, ndr) sul caso Raggi è un intervento "dovuto al fatto "che noi siamo stati due anni" con "articoli" e "titoli" che raccontavano una realtà totalmente lontana dalle conclusioni e dal "valore del processo". Se c'è la "libertà di raccontare menzogne uno come me deve avere la possibilità di difendersi", ha sottolineato Di Maio.
Giornalisti: su blog M5s top 5 giornali con conflitti interesse
Il 'blog delle stelle' pubblica la sua 'top 5 dei giornali italiani con i conflitti di interesse'. In cima alla classifica "La Repubblica e La Stampa, Marco De Benedetti, interessi industriali, figlio di Carlo De Benedetti, tessera numero uno del Pd", si nota; a seguire "Il Giornale, Paolo Berlusconi - fratello di Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia"; poi "Il Messaggero, Francesco Gaetano Caltagirone - interessi industriali"; infine "Libero Quotidiano, Antonio Angelucci - interessi industriali".
"Tutti lo sanno, nessuno lo dice. Eppure è l'anomalia dell'informazione italiana. La stragrande maggioranza dei principali giornali italiani a tiratura nazionale è posseduto da editori in pieno conflitto di interessi", si sostiene. "Questo comporta che l'informazione fatta da questi giornali deve sempre sottostare agli interessi che ha l'editore nel business e nella politica - si prosegue -. Anzichè informare i cittadini, l'obbiettivo diventa orientare l'opinione pubblica dando poca rilevanza a certe notizie, o non pubblicandole, rilanciare notizie tendenziose e in alcuni casi promuovendo vere e proprie fake news per soddisfare gli interessi affaristici o politici dell'editore.
Questa non è libertà di informazione, è inquinamento del dibattito pubblico".
M5s: Fattori, non candidiamo massoni e condannati. E i giornalisti?
"Coerenza vorrebbe che per dimostrare la loro verginità tutti i giornalisti eletti col 5 stelle si dimettessero". Elena Fattori lancia il sasso nello stagno e dalla sua pagina Facebook anima una serrata discussione che via via amplia il suo obiettivo. "Cosa ne pensate - domanda la senatrice M5s a chi interagisce con lei - dei giornalisti che fanno politica? Ha senso invocare obiettività quando ogni partito alla fine candida dei giornalisti?".
"Per esempio - spiega quando il confronto vira verso il 'buoni e cattivi' - Mentana non vota neanche. Ora - torna poi sul punto - se una forza politica sostiene con forza la necessita' di non avere giornalisti faziosi come conseguenza la coerenza imporrebbe di non candidare giornalisti. Sbaglio? Se si parliamone. Siamo portavoce, mi interessa". "Parlavo di coerenza. Se una forza politica è così fortemente motivata a voler un giornalismo indipendente dalla politica dovrebbe operare delle scelte precise al suo interno a riguardo per dare un forte segnale", aggiunge. Ma, è il dubbio che le viene sottoposto, si può fare? "Certo che è possibile, noi - replica Fattori - non candidiamo condannati in primo grado per esempio, sono regole interne. Abbiamo escluso i massoni e coloro che hanno fatto mandati con altri partiti in opposizione al 5 stelle. Escludiamo di fatto categorie in maniera del tutto indipendente dalle regole costituzionali".
"Dato per scontato che il giornalismo a volte diventa servo della politica, quali azioni successive si intendono implementare per evitare che cio' accada? A mio avviso un segnale importante sarebbe quello di evitare di candidare giornalisti", propone la senatrice M5s. "Se vogliamo un giornalismo obiettivo nei confronti della politica - argomenta - come si puo' accettare la candidatura di giornalisti? E' evidente che non siano o non siano stati obiettivi nei confronti di quella forza politica". A chi le fa notare che "i giornalisti eletti nel M5S non stanno svolgendo la professione di giornalista", Fattori replica cosi': "Ma la svolgevano e se sono stati eletti col 5 stelle evidentemente hanno avuto rapporti con esso e non sono stati obiettivi. L'obiettivita' puo' essere condizionata?".