Politica
Bankitalia, Di Maio: "No tema sfiducia". Visco: "Non ci siano dubbi su di noi"
Il ministro per il Lavoro affronta vari temi alla presentazione del Fondo nazionale innovazione di Torino, bonus di 40mila euro per l'assunzione di manger.
Bankitalia, Di Maio: "Nessuna sfiducia"
Luigi Di Maio allontana la polemica sui vertici della Banca d'Italia. "Non c'e' tema di sfiducia su Bankitalia. Mi fido". Il ministro per lo Sviluppo Economico, ha parlato così intervenendo alla presentazione del Fondo nazionale Innovazione a Torino. Il vicepremier ha anche affrontato altri temi di attualità politica, dalla questione riders, agli incentivi per le aziende che assumono manager.
Bankitalia: Visco a Di Maio, non ci siano dubbi su di noi
"Non ci deve essere alcuni dubbio su cosa fa Bankitalia e per chi lo fa. In Bankitalia si fa il massimo per la comunita' e il nostro paese". Cosi' il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, al Board Forum 2019, ha risposto in merito alle dichiarazioni del vice premier, Luigi Di Maio, che oggi ha detto che non c'e' alcuna sfiducia nei confronti della nostra banca centrale. "Non si fa tutto a Francoforte come spesso si dice - ha aggiunto Visco -, Bankitalia si occupa di crisi bancarie con il governo e il ministero dell'Economia in un contesto molto difficile che si e' messo su in fretta ma penso molto bene".
Il ministro per il Lavoro affronta vari temi alla presentazione del Fondo nazionale innovazione di Torino, bonus di 40mila euro per l'assunzione di manger
"L'impatto del fondo nazionale dell'innovazione sulla societa' - spiega il leader del Movimento 5 Stelle - lo vedremo sicuramente nei prossimi anni. Mettiamo in partenza un miliardo ma con gli sgravi fiscali puntiamo a raggiungere i due miliardi, che non so se e' tanto o poco per farci recuperare il tempo perso, ma sicuramente ci fara' fare un passo avanti".
Di Maio annuncia anche novità per i manager. "Ci sarà un voucher di 40mila euro per le imprese che vorranno assumere un manager dell'innovazione. Bisogna dare l'opportunita' alle imprese di avere un regista della digitalizzazione in azienda. L'investimento su questo fondo - prosegue - e' strategico per la nostra economia, per la nostra conoscenza e per far restare qui i giovani".
Spazio anche alla questione riders. "Stiamo lavorando perche' i riders abbiano le stesse tutele dei lavoratori subordinati. Io - ha aggiunge - non sono di quelli che dicono 'fermate lo sviluppo perche' si perdono posti di lavoro'. Ma non si puo' mettere in competizione un essere umano con la tecnologica, perche' se stai utilizzando l'uomo, quello ha un valore, ha dei diritti. Se poi ai riders si sostituiscono i droni, allora saro' il primo a voler formare ragazzi per altre posizioni".
Fondo Nazionale Innovazione: tutte le info
Il Fondo, nato su iniziativa del Ministro Di Maio, ha una dotazione finanziaria di partenza, prevista nella Legge di Bilancio 2019, di circa 1 miliardo di euro e verrà gestito dalla Cassa depositi e prestiti, attraverso una cabina di regia che ha l’obiettivo di riunire e moltiplicare risorse pubbliche e private dedicate al tema strategico dell’innovazione.
La centralità dell’innovazione tecnologica e dell’adeguato supporto a tutta la filiera delle imprese innovative è essenziale per garantire al Paese la possibilità di crescere, competere, generare nuove opportunità di lavoro qualificato, creare e distribuire nuova ricchezza in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. Senza questi elementi nessun Paese può crescere in modo stabile, sostenibile e duraturo. In un settore, come quello dell’innovazione oggi dominato da operatori stranieri, usualmente extraeuropei, largamente supportati da mercati ed investitori, da grandi soggetti pubblici e privati.
Lo strumento operativo di intervento del Fondo Nazionale è il Venture Capital, ovvero investimenti diretti e indiretti in minoranze qualificate nel capitale di imprese innovative con Fondi generalisti, verticali o Fondi di Fondi, a supporto di startup, scaleup e PMI innovative. Per difendere l’interesse nazionale contrastando la costante cessione e dispersione di talenti, proprietà intellettuale e altri asset strategici che nella migliore delle ipotesi vengono “svendute” all’estero con una perdita secca per il sistema Paese.