Politica

Direzione Pd Renzi: "Vorrei il congresso Partito non ha paura del voto"

PD, Speranza: "Ci dica se non c'è posto per chi ha votato no"

Renzi, voglio congresso Pd. Non ho paura del voto


Il cammino verso la fase congressuale e' partito e sara', con ogni probabilita', breve. Il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, spiega in direzione che, fosse per lui, il congresso si farebbe subito. Ma bisogna rispettare lo statuto e allora parola all'Assemblea che si riunira' domenica 18 dicembre. Prima dell'inizio della riunione circola la notizia che il segretario non sarebbe intervenuto. Qualcuno azzardava: "Non si fara' nemmeno vedere". Poco prima delle 12, invece, la Lancia Thema di colore scuro imbocca via Sant'Andrea delle Fratte, chiusa al traffico per l'occasione. Parole all'assemblea, dunque, alla quale spetta di decidere "se fare il congresso e definire le modalita' delle candidature", poi la parola passa "alla direzione e ai nostri iscritti ed elettori. Nell'arco dei prossimi mesi andremo a un passaggio di elezioni politiche. Non abbiamo paura mai del confronto con le persone", spiega Renzi per poi sottolineare: "Nell'arco dei prossimi mesi andremo a un passaggio di elezioni politiche. Non abbiamo paura mai del confronto con le persone". Un concetto ribadito per ben tre volte dal vice segretario Lorenzo Guerini ad inizio direzione, a voler ribadire la condizione del sostegno Pd al governo Gentiloni: tempi brevi per arrivare alla legge elettorale e, quindi, al voto. L'incipit e la chiosa del segretario del Pd, invece, sono state parole di incoraggiamento al presidente del consiglio incaricato: "Credo che sia un bel giorno quello nel quale diciamo buon lavoro a Paolo Gentiloni e un grato apprezzamento al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per aver gestito questa crisi", ha sottolineato Renzi prendendo la parola: "Caro Paolo Gentiloni, siamo tutti con te", ha concluso Renzi mettendo il proprio imprimatur al voto della direzione, che si e' espressa all'unanimita' a favore dell'ordine del giorno Guerini: "La direzione esprime il sostegno alla scelta del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di conferire l'incarico a formare il nuovo governo a Paolo Gentiloni".

Con la minoranza, al contrario, e' guerra aperta: Roberto Speranza porta in direzione un documento (che non mette ai voti) firmato da lui, Pierluigi Bersani e dal resto della minoranza, meno la componente cuperliana. Il senso e': appoggio al governo Gentiloni, ma mani libere sui singoli provvedimenti. Serve discontinuita', e' il refrain della minoranza, con uno sguardo piu' attento alle politiche sociali: "Dobbiamo partire dalla vita delle persone, di chi e' fuori dal sistema. Abbiamo fatto la parte di quelli che stanno solo dalla parte di chi ce la fa. Cosi' la sinistra non ha piu' senso e il Pd semplicemente muore", ha spiegato Speranza. Il passaggio necessario e' quello di un congresso "vero" che non sia "un votificio" o "la rivincita del capo irritato dal risultato del referendum". Ma il guanto della sfida a Renzi, Speranza lo lancia nella conclusione, tra i brusii di disappunto della platea: "Se non c'e' spazio per chi ha votato No al referendum lo si dica con chiarezza" senza ricorrere "a insulti organizzati su internet o a manifestazioni sotto al Pd". Sulla distanza tra partito e "parte debole del Paese" si e' soffermato anche il presidente dell'assemblea dem, Matteo Orfini, leader dei Giovani Turchi, parte integrate della maggioranza interna: "Si e' stratificata una distanza oggettiva tra la fascia piu' debole del Paese e noi. Il Pd oggi e' urticante per quella parte del Paese". La risposta di Renzi e' la richiesta a lasciare da parte "le ricostruzioni macchiettistiche" perche', ricorda il segretario, "se il 59 per cento" che ha decretato la bocciatura della riforma Renzi-Boschi "e' un voto politico, allora lo e' anche il 40 per cento" incassato dal fronte del Si' e anche quello con cui il Pd si affermo' alle europee del 2014. "L'elettorato di sinistra e popolare non l'ha mai visto nemmeno col binocolo il 40 per cento"

 

LA DIREZIONE PD

 

Proprio in direzione Pd si è consumato lo scontro con la minoranza  che ha presentato un documento, firmato tra gli altri da Roberto Speranza e Pier Luigi Bersani, in cui viene annunciata la fiducia all'esecutivo del presidente del Consiglio incaricato, Paolo Gentiloni, per "senso di responsabilita' verso il Paese e il presidente Mattarella". L'area di Speranza e Bersani rimarca, altresi', la necessita' di "discontinuita'" nelle politiche del governo e si riserva "di votare contro eventuali provvedimenti che non condividiamo". Nessuno della minoranza entrera' al governo, viene sottolineato. 

Pd: Speranza, serve congresso vero non rivincita capo irritato

Il congresso del Partito Democratico non puo' essere "la rivincita del capo irritato per come e' andato il referendum". Lo ha detto Roberto Speranza, deputato della minoranza Dem, alla direzione nazionale del Partito democratico. "Serve un congresso vero, sulla nostra collocazione politica. Un congresso e non un votificio di una domenica mattina", ha aggiunto Speranza.  

Pd: Speranza a Renzi, se non ci vuoi dillo ma basta insulti

"Se non c'e' spazio per chi ha votato No al referendum lo si dica con chiarezza" senza ricorrere "a insulti organizzati su internet o a manifestazioni sotto al Pd". Lo ha detto Roberto Speranza, deputato della minoranza dem, rivolgendosi direttamente al segretario Matteo Renzi durante la direzione nazionale del Partito Democratico. Alle parole di Speranza e' seguito un brusio di disappunto da parte della platea. 

Pd: Orfini, oggi siamo urticanti per parte piu' debole Paese

Il Partito Democratico ha visto crescere la distanza tra se' e la parte piu' debole del Paese. Lo ha spiegato il presidente dell'Assembela Pd, Matteo Orfini, durante la direzione del partito. Il voto del 4 dicembre "ha segnato l'esistenza di una grande questione sociale in questo Paese, ma voglio dire a tutti che non e' un fatto di oggi, ma e' un dato storico che permane nel nostro partito. Nel 2013 arrivammo terzi fra i giovani precari. E' un trend strutturale", ha aggiunto Orfini. "Si e' stratificata una distanza oggettiva nella fascia piu' debole del paese e noi. Ci dobbiamo mettere in testa che per risolvere una questione del genere serve un grande soggetto collettivo che si metta a disposizione del Paese. Oggi non siamo questo. Il Pd oggi e' urticante per quella parte del Paese". 

Pd: Renzi, vorrei fare congresso ma decidera' Assemblea

"Io sono dell'idea che occorre rispettare lo Statuto e che domenica l'Assemblea debba decidere se fare o no il congresso. Io vorrei farlo". Lo dice Matteo Renzi, parlando alla direzione dem.