Politica

Lazio, Donatella Bianchi fa bene a tenersi lontana dalla Raggi: ecco perchè

Di Giuseppe Vatinno

La giornalista Rai uscita dal cappello magico di Giuseppe Conte e candidata al Lazio si è sempre tenuta lontana dall'ex sindaca di Roma e ha fatto bene: analisi

L’incontro, come dicevamo, è stato inevitabile ma la Bianchi ha limitato al massimo i rapporti con la Raggi perché sa bene che dal punto di vista elettorale qualsiasi contatto stretto sarebbe per lei una catastrofe. Infatti Virginia Raggi, nel 2021 ha perso, ma ha perso male mancando il ballottaggio ed arrivando addirittura ultima su quattro concorrenti, con la vittoria di Roberto Gualtieri che è stata accolta –al di là dei colori politici- con grande sollievo dai romani.

Ebbe a scrivere a tale proposito il prestigioso New York Times: "Salita al potere cinque anni fa promettendo un cambiamento, non è stata in grado di arginare il degrado dei servizi e della qualità della vita, che sono diventati un segno distintivo della capitale”. Le vicende della gestione dell’ex sindaca sono troppo lunghe per riportarle tutte. Basti pensare al fallimento totale della politica dei trasporti – con sedi centrali della metro bloccate per un anno - la gestione disastrosa dei rifiuti – Roma finì in prima pagina sui giornali di tutto il mondo- con la differenziata restata al palo, i cinghiali, i gabbiani, i topi, la continua girandola di assessori che ha portato ad un perenne senso di precarietà amministrativa. Ma è stato soprattutto sull’ambiente che il fallimento della Raggi ha convinto i romani a punirla.

Emblematica la vicenda dello Stadio della Roma che ha rovinato il povero Mr. Pallotta a cui qualcuno aveva fatto balenare l’affare, tipo l’ingenuo americano a cui Totò vende la Fontana di Trevi. La Raggi, prima di diventare sindaca, era stata sempre una grande critica della sede prevista e cioè Tor di Valle nel quadrante Roma Sud. Dopo che invece fu eletta cominciò un balletto con la dirigenza calcistica che la vide alla fine favorevole al progetto tradendo le speranze di tutti gli ecologisti ma anche i comuni cittadini che l’avevano votata.