Politica
Dossieraggio, sospetto di regia a Sinistra: "De Benedetti venga in Antimafia"
Parla il deputato di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Antimafia, Mauro D'Attis. Intervista
Dossieraggio, Mauro D'Attis ad Affari: "Se c'è la mano della Sinistra? I numeri non mentono. Anche De Benedetti..."
“In ballo c’è la sicurezza dello Stato e non solo notizie da pettegolezzo”. Così si era espresso ieri in una nota Mauro D’Attis, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Antimafia, al termine dell’audizione dell’attuale Procuratore nazionale Giovanni Melillo. Parole forti, che non hanno risparmiato l’altro vicepresidente, Federico Cafiero De Raho, nonché ex Procuratore nazionale proprio nel periodo in cui il luogotenente Pasquale Striano si impossessava illegittimamente delle informazioni riservate.
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E lo stesso rapporto tra De Raho e Striano è finito al centro di voci, ancora di corridoio, secondo cui ancor prima che alla Procura Nazionale Antimafia i due avessero lavorato insieme alla Procura di Reggio Calabria. Un punto su cui sicuramente la Commissione Antimafia tornerà, come spiegato ad Affaritaliani.it da Mauro D’Attis.
Vicepresidente, nonostante sia “l’uomo del momento” è difficile recuperare informazioni biografiche e professionali sul luogotenente Striano…
Concordo. Anche per questo ieri il senatore Zanettin in audizione ha depositato ufficialmente la richiesta di avere accesso agli atti della carriera di Striano. Una richiesta rivolta alla Guardia di Finanza.
Ben nota, invece, la carriera di De Raho. Lui ha rivendicato il diritto di essere in Commissione ieri.
Ieri non ha fatto domande, e immagino sia in imbarazzo, perché ha diretto l’ufficio nel periodo in cui oggi scopriamo sono stati scaricati oltre 33mila file, tra il 2019 e il 2022. Non mi permetterei mai di attribuire un ordine da De Raho. Ma anche la migliore delle ipotesi mi preoccupa comunque. Se il Procuratore Nazionale Antimafia, che deve tutelarci contro la mafia, non controlla quello che accade nei suoi uffici… è grave.
Lei ha espressamente chiesto l’audizione di Emiliano Fittipaldi, direttore del “Domani”, ma anche del suo editore, Carlo De Benedetti
L’editore è una figura essenziale in un giornale. Ho chiesto che venga ascoltato anche per avere il punto di vista di una persona coinvolta indirettamente nella vicenda. Come ha detto anche il Procuratore Cantone, la “politica”, ossia le istituzioni, si devono impegnare ad analizzare il fenomeno. I pm non lo fanno, loro analizzano i fatti. Tocca a noi analizzare il fenomeno, e nel fenomeno protagonista è un giornale, e quindi il suo editore.
De Benedetti è un uomo dichiaratamente di sinistra. Un caso?
A me interessa l’azienda, quella del giornale. In questo caso non stiamo parlando di questioni che riguardano la libertà di stampa. Stiamo parlando di attività fatte abusivamente che sono finite poi in un’inchiesta.
Glielo richiedo. È un caso che “Il Domani” sia un giornale di sinistra?
Nell’ambito delle ipotesi direi di sì, ma direi che ci può essere il ragionevole sospetto.
Quindi al centro c’è la corrente politica del giornale "Il Domani" e del suo editore
La mia richiesta di audizione deriva esplicitamente dai fatti raccontati e dai documenti in nostro possesso. Che poi d’altra parte ci siano moventi di natura politica non lo posso dire io. Ancora movente, complici e mandanti non sono chiari.
Ma Lei ha il sentore che ci sia un input della sinistra?
Che l’80% dei politici intercettati è di centro-destra l’ha detto ieri Melillo. Quindi il “secondo me” lascia spazio in questo caso alla statistica. Quindi sì, c’è una coincidenza particolare per cui gli uomini di governo del centro-destra sono maggiormente attenzionati. Quindi qualche dubbio c’è.
Sono previste già altre audizioni?
Ufficialmente abbiamo fatto un elenco di proposte di audizione, ma lo hanno fatto anche la l’Unità di Informazione Finanziaria, la Guardia di Finanza, la collega Paita ha riproposto l’audizione di Cafiero De Raho, e ha annunciato la volontà di Renzi di essere a sua volta sentito. Vedremo.