Politica
"Draghi premier per il dopo coronavirus. Larghe intese come negli Anni '70"
Emergenza coronavirus/ Intervista di Affaritaliani.it a Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di Venezia
Come sta gestendo il governo Conte l'emergenza coronavirus in Italia?
"Il governo non gestisce niente, segue inevitabilmente le indicazioni di tecnici, sanitari e scienziati anche perché se l'epidemia dovesse esplodere ulteriormente non ci sarebbero più strutture a disposizione. Il governo non sta facendo nulla di politico, sta solo adottando le indicazioni che arrivano dagli esperti".
Che cosa dovrebbe fare quindi il governo?
"Prima o poi questa crisi finirà, come tutte le pesti, e una risposta politica sarebbe quella di capire oggi come ne usciremo e come affrontaremo quella sorta di dopoguerra complicatissimo che ci aspetta. Qui sparano solo numeri a cavolo: 6, 20, 70 miliardi...senza dire come, a chi e da dove prendere i soldi. Oggi comunque l'importante è l'emergenza sanitaria".
Il governo ha parlato di misure pari a 25 miliardi di euro...
"Numeri, solo numeri. Le uniche cose certe qui sono il disastro totale di settori come il turismo e di tutta la filiera industriale. Per gli imprenditori è una sciagura quello che sta succedendo, senza pensare all'esercito di precari, di persone con contratti a tempo determinato che, in molti casi, sono licenziandi o licenziati. Andiamo incontro a un disastro sociale. Quelli che annunciano oggi sono numeri privi di fondamento se non ci sono dati concreti e priorità sugli interventi, visto che non ci saranno le risorse per soccorrere tutti. Questo è l'aspetto politico che andrebbe valutato oggi".
E l'Europa in tutto questo?
"Al solito, ognuno fa quello che vuole. Assurdità incredibile: da noi tutto chiuso e a pochi chilometri, a Monaco di Baviera, 70mila persone allo stadio. Per non parlare di Valencia dove giocano a porte chiuse ma fuori ci sono 50mila persone tutte insieme davanti ai megaschermi. L'epidemia è globale, non lo sanno? Tutto viene fatto a vanvera, a caso e senza una strategia. Come è stato sull'immigrazione. Ma ormai è perfino inutile parlare di Europa".
Servirebbe un governo di unità nazionale per affrontare l'emergenza e fare le scelte politiche necessarie?
"Dopo la crisi, se vogliamo davvero risollevarci da questo dopoguerra con rapidità, qualche tipo di accordo tra le forze politiche che oggi sono al governo e all'opposizione andrà trovato necessariamente, come accadde negli Anni '70. La situazione è per certi versi molto diversa ma per altri aspetti simile ad allora, una sitazione di pre-catastrofe per la repubblica. Direttamente o indirettamente un'intesa dovrà esserci tra tutti i partiti, anche e soprattutto sulle priorità della prossima legge di bilancio in particolare per decidere chi aiutare. Un governo di unità nazionale potrebbe essere quindi necessario".
Mario Draghi premier?
"Perché no? Anche se sarà difficile mandare Conte a fare il professorino...però potrebbe essere la soluzione giusta".