Elezioni 2018, Roberto Giachetti: senza paracadute, ma pure senza volo
Roberto Giachetti candidato, alla fine, in un collegio blindato: Sesto Fiorentino
La vicenda della candidatura di Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera e membro della segreteria Dem, è veramente esilarante e sembra una sit comedy americana.
Tutto comincia qualche giorno fa quando Giachetti si “accorge” che il collegio 10 di Roma al quale pensava di essere destinato è occupato da un radicale e cioè Riccardo Magi e che l’accordo è di ferro perché fa parte del pacchetto concordato con la Bonino.
Il collegio è assai difficile ed è molto improbabile che si vinca e già qui è sospetto il successivo turbamento dell’ex radicale Giacchetti ,che si lamenta su Facebook di non aver saputo che il collegio, seppur difficile era già occupato e che a questo punto, dice, gli hanno proposto un posto sicuro nel plurinominale a liste bloccate, ma che lui no, il posto sicuro non lo vuole e invece sente la necessità dopo ben 17 anni di Parlamento (ma a casa non ci si sa stare?) di concorrere a tutti i costo per un altro giro di giostra nel difficile uninominale.
Il tutto viene esplicitato in post pubblici indirizzati a Renzi.
Giachetti dice coraggiosamente di voler rinunciare al paracadute della lista bloccata e vuole combattere.
Ad un certo punto le lamentazioni devono aver sortito effetto perché si materializza improvvisamente l’agognato seggio uninominale da conquistare duramente sul duro territorio: peccato che il seggio sia invece “molle” assai, nel senso che è un super seggio blindatissimo nella rossissima e quindi certissima toscana e cioè a Sesto Fiorentino.
L’ex radicale che ha combattuto con lo sciopero della fame le blindature porcelliche è accontentato: niente paracadute per il suo coraggio. Peccato che non ci sarà proprio nessuna battaglia.
Lui, triste e rammaricato, fa un altro post su FB dicendo che si tratta di ordini dall’alto e di fronte alla crudele imposizione china la testa e si sacrifica di nuovo: correrà nel seggio arci sicuro.