Politica

Elezioni del 25 settembre: gli astensionisti possono decidere l'esito del voto

Di Lorenzo Zacchetti

L'affluenza salirà rispetto alle ultime consultazioni, ma resta un 40% di indecisi: ecco come conquistarli

Le proposte in campo economico e i delusi dal M5S possono risultare determinanti

A due mesi esatti dal voto anticipato, il nodo cruciale riguarda il sempre più ampio fronte degli astensionisti, che nelle ultime elezioni ha toccato punte del 50%. Il parere unanime dei sondaggisti è che, secondo una tradizione tipicamente italiana, alle prossime politiche la partecipazione si alzerà e, nel caso specifico, arriverà fino a circa il 60% degli aventi diritto. Resta però un 40% di italiani e italiane indecisi, il cui voto può cambiare radicalmente lo scenario fin qui dipinto dai sondaggi, ovvero quello di un centrodestra in enorme vantaggio (intorno al 45% delle intenzioni di voto) e un centrosinistra impegnato a costruire un campo il più largo possibile, per provare a risultare competitivo.

“Dal 2014 in avanti, in Italia abbiamo avuto una forte mobilità del voto”, spiega Maurizio Pessato, vicepresidente di SWG. “I picchi avuti prima dal Pd, col 40% alle Europee, e poi da M5S e Lega, entrambi oltre il 30%, fotografano un fenomeno che non ha precedenti storici. Se a questo si aggiunge lo scompaginamento generale che c’è stato a causa della crisi di governo e alla rottura di alleanze che parevano consolidate, come quella tra Pd e M5S, si capisce come l’esito delle elezioni non sia affatto scontato, anche se il centrodestra parte con un solido vantaggio. Ci sono vari elementi che possono influire sul voto”.

Entriamo allora nel vivo delle motivazioni che possono orientare le preferenze degli italiani. Secondo Pessato, gli elementi fondamentali saranno le proposte in campo economico/sociale: “In questi giorni si parla molto delle colpe di chi ha fatto cadere al governo, ma avvicinandoci al voto i cittadini saranno sempre meno interessati al tema e cercheranno invece di capire chi più li potrà aiutare, in questa situazione oggettivamente difficile”. 

Anche per Roberto Baldassarri, direttore generale di Lab 210, il quadro economico sarà determinante: “Bisogna parlare di lavoro e di come abbassare il costo di beni primari come il cibo e delle bollette. Inoltre, bisogna saper differenziare il proprio messaggio in base alla fascia d’età degli elettori. Gli anziani sono più strutturati e disciplinati nell’esercitare il loro voto con regolarità, ma sono anche diventati più attenti a chi fa proposte specifiche rivolte a loro. I giovani vengono invece dipinti come disinteressati alla politica, ma non è vero: il problema vero è che ben pochi leader parlano agli Under 25, pensando che basti rivolgersi ai loro genitori. I più bravi nel coinvolgerli sono Giorgia Meloni e Carlo Calenda, così come in passato lo ha fatto Matteo Renzi”.

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