Politica

Elezioni, sfida Zingaretti-Conte. Renzi con Calenda-Bonino. Nel Cdx...

Di Alberto Maggi

Ipotesi elezioni politiche anticipate, i partiti al lavoro. Ecco gli schieramenti con il Rosatellum

Molti, non tutti, dicono di non volerle e che non ci saranno. Ma le elezioni politiche anticipate, uno spettro per diversi partiti e tanti parlamentari, sono uno degli scenari possibili, proprio mentre da Italia Viva fanno sapere che "nulla è cambiato" e che, di conseguenza, la tensione tra il presidente del Consiglio e Matteo Renzi resta alle stelle. Dietro le quinte, i principali partiti si stanno già preparando all'eventualità delle urne e alle elezioni che, se ci saranno, si terranno all'inizio di aprile, subito dopo Pasqua, con l'attuale legge elettorale, il Rosatellum.

L'impianto della legge, identico a meno di dettagli alla Camera e al Senato, si configura come un sistema elettorale misto a separazione completa. Per entrambe le camere il 37% dei seggi (147 alla Camera e 74 al Senato) è assegnato con un sistema maggioritario a turno unico in altrettanti collegi uninominali: in ciascun collegio è eletto il candidato più votato, secondo il sistema noto come uninominale secco; il 61% dei seggi (rispettivamente 245 e 122) è ripartito proporzionalmente tra le coalizioni e le singole liste che abbiano superato le previste soglie di sbarramento nazionali; la ripartizione dei seggi è effettuata a livello nazionale per la Camera e a livello regionale per il Senato; a tale scopo sono istituiti collegi plurinominali nei quali le liste si presentano sotto forma di listini bloccati di candidati; il 2% dei seggi (8 deputati e 4 senatori) è destinato al voto degli italiani residenti all'estero e viene assegnato con un sistema proporzionale che prevede il voto di preferenza.

Va da sé che il mancato ritorno al proporzionale secco, alla tedesca, porta i partiti a coalizzarsi. Se nel Centrodestra i giochi sono abbastanza semplici, con il classico schema Lega-Fratelli d'Italia-Forza Italia (più una quarta lista moderata e centrista che nascerebbe attorno a Cambiamo! di Giovanni Toti), le principali forze di maggioranza stanno organizzando la possibile competizione elettorale. L'ipotesi al momento più probabile, stando a quando risulta ad Affaritaliani.it, è una coalizione a tre tra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali. Per quanto riguarda il candidato premier varrebbe la regola in vigore nel Centrodestra da anni, ovvero la scelta spetterebbe, in caso di vittoria, al partito che avrà preso il maggior numero di voti nella parte proporzionale. Una sorta di primarie fatte direttamente dagli elettori nelle urne.

Se per il Pd è scontato che il candidato naturale sarebbe Nicola Zingaretti, bisogna vedere che cosa accadrà nei 5 Stelle. Difficile che Giuseppe Conte decida di fare una propria lista, la quarta nell'ipotetica coalizione (troppo poco tempo per essere realmente competitivi con un nuovo marchio), più facile che si metta alla guida dei pentastellati e quindi in concorrenza diretta con l'attuale Governatore del Lazio. Resta da capire se e come Luigi Di Maio accetterà di farsi da parte lasciando spazio al premier. Anche se senza deroga al vincolo grillino dei due mandati, Di Maio, Crimi, Ruocco, Taverna, Bonafede e molti volti storici del M5S sarebbero destinati a restare fuori dai giochi. Giochi nei quali rientrerebbe invece Alessandro Di Battista, che certo non è uno sponsor dell'alleanza con i Dem.

In caso di crisi e di corsa al voto, il Pd su un punto non ha alcun dubbio: nessuna intesa elettorale con Renzi. Italia Viva, a quel punto, proverebbe a dar vita a una coalizione centrista insieme ad Azione di Carlo Calenda, a +Europa di Emma Bonino, ai Verdi e al Partito Socialista. La speranza sarebbe quella di sfiorare la doppia cifra e diventare l'ago della bilancia nel caso in cui nessuno dei due principali schieramenti riuscisse a ottenere la maggioranza assoluta dei seggi in entrambi i rami del Parlamento. Insomma, anche se tutti negano le elezioni, i partiti si stanno preparando alla possibile, anche se non probabile, campagna elettorale nazionale in tempi di pandemia.